Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/184: differenze tra le versioni

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<poem>
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Altro sudore e fremito


Altro sudore e fremito
di grave alta tenzone,
di grave alta tenzone,

e ruote e fier cornipedi
e ruote e fier cornipedi

in faticoso agone
in faticoso agone
{{R|35}}su l’aurea lira risuonar farò:
{{R|35}}su l’aurea lira risuonar farò:
e meco fia l’armonico

e meco fia l’armonico

cigno che in sen giá venne
cigno che in sen giá venne

a riposar di Socrate,
a riposar di Socrate,

e d’immortali penne
e d’immortali penne
{{R|40}}moltissimo candore indi spiegò.
{{R|40}}moltissimo candore indi spiegò.


A poche alme, cui furono
A poche alme, cui furono

gli dèi cortesi e il fato,
gli dèi cortesi e il fato,

non sotto il peso gemere
non sotto il peso gemere

di nostre spoglie è dato,
di nostre spoglie è dato,
{{R|45}}e lieve e schietta umanitá vestir:
{{R|45}}e lieve e schietta umanitá vestir:
quinci per gli atti ingenui

> quinci per gli atti ingenui

e le parole altere
e le parole altere

tanta da lor tralucere
tanta da lor tralucere

suol delle patrie sfere
suol delle patrie sfere
{{R|50}}virtú possente i cori altrui rapir.
{{R|50}}virtú possente i cori altrui rapir.


L’alme lá su da fervide
L’alme lá su da fervide

ruote son tratte in giro:
ruote son tratte in giro:

ma color vario ed indole
ma color vario ed indole
i duo destrier sortîro,

{{R|55}}che il desioso carro alzano a vol.
i duo destrier sortirò,
Col primo invan combattono
{{R|55}}che il desioso carro alzano a voi

Col primo invan combattono

nevi di balze alpine:
nevi di balze alpine:

belle ha le membra, e spandono
belle ha le membra, e spandono

le nari ampie aquiline
le nari ampie aquiline
{{R|60}}fiamma, e batte la grave unghia sul suol.
{{R|60}}fiamma, e batte la grave unghia sul suol.


Il collo arduo circondano
Il collo arduo circondano
magnanimi nitriti,
magnanimi nitriti,
e basta sol che a vincere
e basta sol che a vincere

Versione attuale delle 15:30, 10 giu 2020

174 carlo castone rezzonico della torre


     Altro sudore e fremito
di grave alta tenzone,
e ruote e fier cornipedi
in faticoso agone
35su l’aurea lira risuonar farò:
     e meco fia l’armonico
cigno che in sen giá venne
a riposar di Socrate,
e d’immortali penne
40moltissimo candore indi spiegò.

     A poche alme, cui furono
gli dèi cortesi e il fato,
non sotto il peso gemere
di nostre spoglie è dato,
45e lieve e schietta umanitá vestir:
     quinci per gli atti ingenui
e le parole altere
tanta da lor tralucere
suol delle patrie sfere
50virtú possente i cori altrui rapir.

     L’alme lá su da fervide
ruote son tratte in giro:
ma color vario ed indole
i duo destrier sortîro,
55che il desioso carro alzano a vol.
     Col primo invan combattono
nevi di balze alpine:
belle ha le membra, e spandono
le nari ampie aquiline
60fiamma, e batte la grave unghia sul suol.

     Il collo arduo circondano
magnanimi nitriti,
e basta sol che a vincere
l’erta del ciel l’inviti
65dell’animosa sferza il rotto suon;