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Alla roccia, Roberto! Lasciami il passo libero, potrei ingannarmi e ucciderti!
Alla roccia, Roberto! Lasciami il passo libero, potrei ingannarmi e ucciderti!


No, padrone rispose il giovane.
No, padrone rispose il giovane.


Fuggi, ti dico!
Fuggi, ti dico!


Mentre Roberto cercava di allontanarsi, padron Vincenzo si sentiva riafferrare dallo slavo. Il gigante, anche nella sua pazzia, pareva che avesse conservato ancora un barlume di lucidità, poiché disse con voce rauca:
Mentre Roberto cercava di allontanarsi, padron Vincenzo si sentiva riafferrare dallo slavo. Il gigante, anche nella sua pazzia, pareva che avesse conservato ancora un barlume di lucidità, poichè disse con voce rauca:


Ti tengo, padrone! Ti ucciderò onde non mi rubi il tesoro!
Ti tengo, padrone! Ti ucciderò onde non mi rubi il tesoro!


Poi le sue mani poderose si strinsero attorno al collo del lupo di mare.
Poi le sue mani poderose si strinsero attorno al collo del lupo di mare.


Lasciami o ti uccido! gli gridò padron Vincenzo.
Lasciami o ti uccido! gli gridò padron Vincenzo.


No!
No!


Guardati Simone!
Guardati Simone!


Bisogna morire, padrone! ruggì il pazzo.
Bisogna morire, padrone! ruggì il pazzo.


A noi due adunque! Prendi, canaglia!
A noi due adunque! Prendi, canaglia!


Fra quella paurosa oscurità, in mezzo a quelle acque tenebrose, s'impegnò una lotta disperata fra il pazzo ed il lupo di mare.
Fra quella paurosa oscurità, in mezzo a quelle acque tenebrose, s’impegnò una lotta disperata fra il pazzo ed il lupo di mare.


Stretti l'uno all'altro, ora s'inabissavano, ora salivano a galla, poi tornavano a scendere senza per questo abbandonarsi.
Stretti l’uno all’altro, ora s’inabissavano, ora salivano a galla, poi tornavano a scendere senza per questo abbandonarsi.


Simone non aveva lasciato il collo di padron Vincenzo, anzi stringeva sempre più con furore, urlando di tratto in tratto:
Simone non aveva lasciato il collo di padron Vincenzo, anzi stringeva sempre più con furore, urlando di tratto in tratto:


Bisogna morire, padrone!
Bisogna morire, padrone!


Il lupo di mare già mezzo soffocato, dopo d'aver tentato di liberarsi da quella stretta, con un poderoso colpo di tallone rimontò a galla seco trascinando l'avversario ed impugnò il coltello.
Il lupo di mare già mezzo soffocato, dopo d’aver tentato di liberarsi da quella stretta, con un poderoso colpo di tallone rimontò a galla seco trascinando l’avversario ed impugnò il coltello.


Lasciami, Simone! rantolò.
Lasciami, Simone! rantolò.


Bisogna morire! ripeté il pazzo.
Bisogna morire! ripetè il pazzo.


Ti uccido!
Ti uccido!


Alzò l'arma e la cacciò tutta intera nel petto dello slavo.
Alzò l’arma e la cacciò tutta intera nel petto dello slavo.


Questi parve dapprima che non si fosse accorto del colpo ricevuto, poiché non abbandonò il collo dell'avversario. Anzi gli si strinse addosso con maggior furore e circondandogli il corpo colle gambe, lo trasse ancora sott'acqua. Padron Vincenzo non oppose resistenza e si lasciò trascinare a picco. Ad un tratto però la stretta s'allentò bruscamente e si sentì libero.
Questi parve dapprima che non si fosse accorto del colpo ricevuto, poichè non abbandonò il collo dell’avversario. Anzi gli si strinse addosso con maggior furore e circondandogli il corpo colle gambe, lo trasse ancora sott’acqua. Padron Vincenzo non oppose resistenza e si lasciò trascinare a picco. Ad un tratto però la stretta s’allentò bruscamente e si sentì libero.


Risalì prontamente alla superficie. Nel momento che sporgeva la testa dall'acqua, udì presso di un cupo gorgoglìo che pareva prodotto dal rimontare d'un altro corpo, poi come un rantolo soffocato.
Risalì prontamente alla superficie. Nel momento che sporgeva la testa dall’acqua, udì presso di un cupo gorgoglìo che pareva prodotto dal rimontare d’un altro corpo, poi come un rantolo soffocato.


Ancora tu Simone? gridò.
Ancora tu Simone? gridò.


Nessuno rispose. Il pazzo era scomparso negli abissi della miniera.
Nessuno rispose. Il pazzo era scomparso negli abissi della miniera.


Vincenzo! Vincenzo! gridarono in quell'istante Michele ed il dottore. Gran Dio! Che cosa succede?
Vincenzo! Vincenzo! gridarono in quell’istante Michele ed il dottore. Gran Dio! Che cosa succede?


Tutto è finito rispose il lupo di mare, nuotando rapidamente verso la roccia, come se avesse ancora paura di essere inseguito dal pazzo.
Tutto è finito rispose il lupo di mare, nuotando rapidamente verso la roccia, come se avesse ancora paura di essere inseguito dal pazzo.


E Simone?
E Simone?


Morto!
Morto!


L'avete ucciso? chiese il signor Bandi.
L’avete ucciso? chiese il signor Bandi.
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Versione attuale delle 21:32, 16 ott 2021

148 emilio salgari

— Alla roccia, Roberto! Lasciami il passo libero, potrei ingannarmi e ucciderti!

— No, padrone — rispose il giovane.

— Fuggi, ti dico!

Mentre Roberto cercava di allontanarsi, padron Vincenzo si sentiva riafferrare dallo slavo. Il gigante, anche nella sua pazzia, pareva che avesse conservato ancora un barlume di lucidità, poichè disse con voce rauca:

— Ti tengo, padrone! Ti ucciderò onde non mi rubi il tesoro!

Poi le sue mani poderose si strinsero attorno al collo del lupo di mare.

— Lasciami o ti uccido! — gli gridò padron Vincenzo.

— No!

— Guardati Simone!

— Bisogna morire, padrone! — ruggì il pazzo.

— A noi due adunque! Prendi, canaglia!

Fra quella paurosa oscurità, in mezzo a quelle acque tenebrose, s’impegnò una lotta disperata fra il pazzo ed il lupo di mare.

Stretti l’uno all’altro, ora s’inabissavano, ora salivano a galla, poi tornavano a scendere senza per questo abbandonarsi.

Simone non aveva lasciato il collo di padron Vincenzo, anzi stringeva sempre più con furore, urlando di tratto in tratto:

— Bisogna morire, padrone!

Il lupo di mare già mezzo soffocato, dopo d’aver tentato di liberarsi da quella stretta, con un poderoso colpo di tallone rimontò a galla seco trascinando l’avversario ed impugnò il coltello.

— Lasciami, Simone! — rantolò.

— Bisogna morire! — ripetè il pazzo.

— Ti uccido!

Alzò l’arma e la cacciò tutta intera nel petto dello slavo.

Questi parve dapprima che non si fosse accorto del colpo ricevuto, poichè non abbandonò il collo dell’avversario. Anzi gli si strinse addosso con maggior furore e circondandogli il corpo colle gambe, lo trasse ancora sott’acqua. Padron Vincenzo non oppose resistenza e si lasciò trascinare a picco. Ad un tratto però la stretta s’allentò bruscamente e si sentì libero.

Risalì prontamente alla superficie. Nel momento che sporgeva la testa dall’acqua, udì presso di sè un cupo gorgoglìo che pareva prodotto dal rimontare d’un altro corpo, poi come un rantolo soffocato.

— Ancora tu Simone? — gridò.

Nessuno rispose. Il pazzo era scomparso negli abissi della miniera.

— Vincenzo! Vincenzo! — gridarono in quell’istante Michele ed il dottore. — Gran Dio! Che cosa succede?

— Tutto è finito — rispose il lupo di mare, nuotando rapidamente verso la roccia, come se avesse ancora paura di essere inseguito dal pazzo.

— E Simone?

— Morto!

— L’avete ucciso? — chiese il signor Bandi.