Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/122: differenze tra le versioni
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;Dionisio: Dì per Giove, quello che vuoi. (son io però fastidiato alquanto) ma avertisce, ch'io ho molto di colera. |
;Dionisio: Dì per Giove, quello che vuoi. (son io però fastidiato alquanto) ma avertisce, ch'io ho molto di colera. |
Versione delle 17:58, 10 set 2009
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LE RANE D'ARI
STOFANE, COME
DIA III.
Xanthia parla portando il bazolo in spalla.
Dionisio, | Hercule, |
Un morto, | Charonte, |
Il coro de le rane, | Sacerdote, |
Coro d'i sacrificij, | Eaco, |
Serva di Proserpina, | Hosta, |
Un'altra hosta, | Platane, |
Servo di Plutone, | {{{2}}}, |
{{{2}}}, | Plutone. |
X A N T H I A, S E R V O
- eb'io dire alcuna cosa come sogliamo ò signore, per la quale i spettatori sempre se ne ridono?
- Dionisio
- Dì per Giove, quello che vuoi. (son io però fastidiato alquanto) ma avertisce, ch'io ho molto di colera.
- Xantia
- Ne hai altra cosa civile?
- Dionisio
- Non: salvo, ch'io son apresso da quella.
- Xantia
- Che poi? io dirò ogni cosa da ridere.