Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXXXVIII: differenze tra le versioni
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|Nome e cognome dell'autore=Gaspara Stampa |
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Versione delle 20:40, 22 set 2009
Questo testo è completo. |
Rime d'amore - CLXXXVIII
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Quasi vago e purpureo giacinto,
che 'n verde prato, in piaggia aprica e lieta,
crescendo ai raggi del più bel pianeta,
che lo mantien degli onor suoi dipinto,
subito torna languidetto e vinto,
sì che mai non si vide tanta pièta,
se di veder gli usati rai gli vieta
nube, che 'l sol abbia coperto e cinto;
tal la mia speme, ch'ognor s'erge e cresce,
dinanzi a' rai de la beltà infinita,
onde ogni sua virtute e vigor esce.
Ma la ritorna poi fiacca e smarrita
oscura téma, che con lei si mesce,
che la sua luce tosto fia sparita.
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