Pagina:Poemi (Byron).djvu/37: differenze tra le versioni

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<poem>» È di Giovanni il segno!... Oh mia Medora,
<poem>
» È di Giovanni il segno !... Oh mia Medora ,
» Un bacio... un bacio ancor!... un altro!.. Addio!..
Sorge, si slancia, e all’abbracciar di lui
» Un bacio ...un bacio ancor!... un altro!.. Addio!..
S’avviticchia la bella, infin che sente,
Sorge, si slancia, e all’ abbracciar di lui
S’ avviticchia la bella, infìn che sente,
Sotto la faccia che gli asconde in petto,
Sotto la faccia che gli asconde in petto,
Un palpito destarsi. È senza pianto
Un palpito destarsi. È senza pianto
Il languido , cilestre , occhio dimesso ,
Il languido, cilestre, occhio dimesso,
Nè a sè levarlo osa colui; discende
Nè a sè levarlo osa colui; discende
Su le braccia, e sugli omeri scomposta
Su le braccia, e sugli omeri scomposta
La vaga chioma, e batte il sen, ma tardo,
La vaga chioma, e batte il sen, ma tardo,
Tanto 1’ opprime 1’ adorata immago ,
Tanto l’opprime l’adorata immago,
Onde ripieno è tutto; il fero bronzo
Onde ripieno è tutto; il fero bronzo
Introna ’ 1’aere, ed il vicin tramonto
Introna l’aere, ed il vicin tramonto
Del Sole arifiup^ia, e par che il maledica.
Del Sole annunzia, e par che il maledica.
Anco ttna1^ volta, anco una volta , stringe
Anco una volta, anco una volta, stringe
0 Corraci) la. njesthina , e quelle forme
Corrado la meschina, e quelle forme
Mutolfe ; sappflich^Voli # accarezza,
Mutole,; supplichevoli accarezza,
4 JPoi vacillante^ «le molli piume
Poi vacillante sulle molli piume
Così l'adagia, e ne la guarda ancora,

Quasi vederla, ahi! più non deggia; sente
Così yl’ {id^flf -, o* ne la guarda ancora,
Che donna altra per lui non ha la terra,
Quasiyfedefla ,.ahi? più non deggia; sente
Fredda la bacia, il piè rivolge, e parte.</poem>
CJJiè donna altra per lui non ha la terra,
^ Fredda la bacia, il piè rivolge, e parte.

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Versione delle 21:29, 16 ago 2010

» È di Giovanni il segno!... Oh mia Medora,
» Un bacio... un bacio ancor!... un altro!.. Addio!..
Sorge, si slancia, e all’abbracciar di lui
S’avviticchia la bella, infin che sente,
Sotto la faccia che gli asconde in petto,
Un palpito destarsi. È senza pianto
Il languido, cilestre, occhio dimesso,
Nè a sè levarlo osa colui; discende
Su le braccia, e sugli omeri scomposta
La vaga chioma, e batte il sen, ma tardo,
Tanto l’opprime l’adorata immago,
Onde ripieno è tutto; il fero bronzo
Introna l’aere, ed il vicin tramonto
Del Sole annunzia, e par che il maledica.
Anco una volta, anco una volta, stringe
Corrado la meschina, e quelle forme
Mutole,; supplichevoli accarezza,
Poi vacillante sulle molli piume
Così l'adagia, e ne la guarda ancora,
Quasi vederla, ahi! più non deggia; sente
Che donna altra per lui non ha la terra,
Fredda la bacia, il piè rivolge, e parte.