Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/20: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Aubrey (discussione | contributi)
Aubrey (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<poem>Lassa che mi dicia,
<poem>Lassa che mi dicia,
quando m'avìa in celato:
quando m’avìa in celato:
« Di te, o vita mia,
« Di te, o vita mia,
mi tegno più pagato,
mi tegno più pagato,
che s'io avessi in balìa
che s’io avessi in balìa
lo mondo a signorato ». </poem>
lo mondo a signorato ». </poem>


Sono sentimenti elementari e irriflessi, che sbuccian fuori nella loro natia integrità senza immagini e senza concetti. Non ci è poeta di quel tempo, anche tra i meno naturali, dove non trovi qualche esempio di questa forma primitiva, elementare, a suon di natura, come dice un poeta popolare, e com'è una prima e subita impressione colta nella sua sincerità. Ed è allora che la lingua esce così viva e propria e musicale che serba una immortale freschezza, e la diresti ''pur mo' nata'', e fa contrasto con altre parti ispide dello stesso canto. Rozza assai è una {{TestoCitato|S'eo trovasse Pietanza|canzone}} di {{AutoreCitato|Re Enzo|Enzo re}}; ma chi ha pazienza di leggerla, vi trova questa gemma:
Sono sentimenti elementari e irriflessi, che sbuccian fuori nella loro natia integrità senza immagini e senza concetti. Non ci è poeta di quel tempo, anche tra i meno naturali, dove non trovi qualche esempio di questa forma primitiva, elementare, a suon di natura, come dice un poeta popolare, e com’è una prima e subita impressione colta nella sua sincerità. Ed è allora che la lingua esce così viva e propria e musicale che serba una immortale freschezza, e la diresti ''pur mo’ nata'', e fa contrasto con altre parti ispide dello stesso canto. Rozza assai è una {{TestoCitato|S’eo trovasse Pietanza|canzone}} di {{AutoreCitato|Re Enzo|Enzo re}}; ma chi ha pazienza di leggerla, vi trova questa gemma:


<poem>
<poem>
Giorno non ho di posa,
Giorno non ho di posa,
come nel mare l'onda:
come nel mare l’onda:
core, chè non ti smembri?
core, chè non ti smembri?
Esci di pene e dal corpo ti parte:
Esci di pene e dal corpo ti parte:
ch'assai val meglio un'ora
ch’assai val meglio un’ora
morir, che ognor penare. </poem>
morir, che ognor penare. </poem>
Rozzissima è una [[D'Amor distretto vivo doloroso|canzone]] di [[Autore:Folco di Calavra|Folco di Calabria]], poeta assai antico; ma nella fine trovi lo stesso sentimento in una forma certo lontana da questa perfezione, pur semplice e sincera: <poem>
Rozzissima è una {{TestoCitato|D’Amor distretto vivo doloroso|canzone}} di {{Ac|Folco di Calavra|Folco di Calabria}}, poeta assai antico; ma nella fine trovi lo stesso sentimento in una forma certo lontana da questa perfezione, pur semplice e sincera:
<poem>
Perzò meglio varria
Perzò meglio varria
morir in tutto in tutto,
morir in tutto in tutto,
ch'usar la vita mia
ch’usar la vita mia
in pena ed in corrutto,
in pena ed in corrutto,
come uomo languente. </poem>
come uomo languente. </poem>

Versione delle 16:00, 5 ott 2010

Lassa che mi dicia,
quando m’avìa in celato:
« Di te, o vita mia,
mi tegno più pagato,
che s’io avessi in balìa
lo mondo a signorato ».

Sono sentimenti elementari e irriflessi, che sbuccian fuori nella loro natia integrità senza immagini e senza concetti. Non ci è poeta di quel tempo, anche tra i meno naturali, dove non trovi qualche esempio di questa forma primitiva, elementare, a suon di natura, come dice un poeta popolare, e com’è una prima e subita impressione colta nella sua sincerità. Ed è allora che la lingua esce così viva e propria e musicale che serba una immortale freschezza, e la diresti pur mo’ nata, e fa contrasto con altre parti ispide dello stesso canto. Rozza assai è una canzone di Enzo re; ma chi ha pazienza di leggerla, vi trova questa gemma:

Giorno non ho di posa,
come nel mare l’onda:
core, chè non ti smembri?
Esci di pene e dal corpo ti parte:
ch’assai val meglio un’ora
morir, che ognor penare.

Rozzissima è una canzone di Folco di Calabria, poeta assai antico; ma nella fine trovi lo stesso sentimento in una forma certo lontana da questa perfezione, pur semplice e sincera:

Perzò meglio varria
morir in tutto in tutto,
ch’usar la vita mia
in pena ed in corrutto,
come uomo languente.