Rime (Stampa)/Rime d'amore/LVIII: differenze tra le versioni

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<poem>
<poem>
Deh perché non ho io l'ingegno e l'arte
Deh perché non ho io l’ingegno e l’arte
di Lisippo e d'Apelle, onde potessi
di Lisippo e d’Apelle, onde potessi
il viso, che per sole al mondo elessi,
il viso, che per sole al mondo elessi,
dipinger e scolpir in qualche parte,
dipinger e scolpir in qualche parte,
poi che non posso ben ritrarr'in carte,
poi che non posso ben ritrarr’in carte,
com'avrian con lo stile ritratto essi,
com’avrian con lo stile ritratto essi,
le mie due stelle, la cui luce impressi
le mie due stelle, la cui luce impressi
pria sì nel cor, che d'indi non si parte?
pria sì nel cor, che d’indi non si parte?
Perch'io rimarrei sol con un tormento
Perch’io rimarrei sol con un tormento
d'amar e sospirar, e 'l cor saria
d’amar e sospirar, e ’l cor saria
d'ogni altra cura poi pago e contento;
d’ogni altra cura poi pago e contento;
dov'or piango l'acerba pena mia,
dov’or piango l’acerba pena mia,
e piango ch'atta a pinger non mi sento
e piango ch’atta a pinger non mi sento
al mondo il mio bel sol quanto devria.
al mondo il mio bel sol quanto devria.
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Versione delle 22:11, 7 ott 2010

Rime d'amore - LVII Rime d'amore - LIX

 
Deh perché non ho io l’ingegno e l’arte
di Lisippo e d’Apelle, onde potessi
il viso, che per sole al mondo elessi,
dipinger e scolpir in qualche parte,
poi che non posso ben ritrarr’in carte,
com’avrian con lo stile ritratto essi,
le mie due stelle, la cui luce impressi
pria sì nel cor, che d’indi non si parte?
Perch’io rimarrei sol con un tormento
d’amar e sospirar, e ’l cor saria
d’ogni altra cura poi pago e contento;
dov’or piango l’acerba pena mia,
e piango ch’atta a pinger non mi sento
al mondo il mio bel sol quanto devria.