Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei terreni/1

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Origine del terreno coltivabile

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Dei terreni - 2

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origine del terreno coltivabile.

§ 189. Questo terreno ha origine dalla divisione e disaggregazione o triturazione dei monti e delle roccie o massi primitivi e più alti, la maggior parte formati da calce, da silice o d’argilla, variamente combinate con diversi acidi. Le forze naturali che operarono la divisione e la susseguente triturazione sono: l’acqua, che gelando nelle fenditure dei monti o dei macigni, li spacca e rompe, come vediamo avvenire di molti sassi che nell’inverno pel continuo gelo e disgelo vengono ridotti in pezzi od in polvere; l’azione riunita dell’ossigeno, dell’acqua e del gas acido carbonico, che combinandosi ai varj componenti delle roccie, ne facilita la divisione o la solubilità; ed infine le acque di pioggia, che movendo e trasportando in basso le materie staccatesi, queste ancor più si sminuzzano, balzando pel letto dei torrenti.

Osserviamo uno spazio ghiajoso o pietroso di fiume o di monte, spoglio affatto di terra e nudo per conseguenza d’ogni vegetazione. Su questa superficie dapprincipio incomincieranno a vegetare alcuni muschi o licheni o felci od altro vegetale d’ordine inferiore, indi a poco vi cresceranno gli arbusti e le piante; cresciute le piante, lo spazio sottoposto si convertirà in pascolo, non potendo più gli arbusti e le altre piante crescere convenientemente sotto l’ombra delle prime; indi, col tempo, volendosi distruggere il bosco ed il pascolo, avressimo un terreno atto anche alla coltivazione dei vegetali.

Dirà alcuno di voi, come mai sulla nuda ghiaja o sul duro masso si sarà formata tanta terra da mantenere la vegetazione; dove in mezzo ai ciottoli silicei troveranno le piante gli alcali, i fosfati, l’azoto? Ma se voi vi richiamerete alla mente che i primi vegetali, o più semplici, vivono a spese piuttosto dell’aria che del terreno, che il gas acido carbonico sciolto nell’acqua di pioggia o di sorgente può sciogliere in parte i silicati componenti le ghiaje e quindi mettere a profitto delle [p. 189 modifica]piante parte della silice, dell’allumina e della calce che le compongono, troverete come una pianta possa, anche ne’ primi momenti che un terreno si dispone alla vegetazione, trovare gli elementi inorganici necessarj alla solidità della sua costituzione, mentre nell’egual tempo il suolo non solo si va arricchendo delle spoglie de’ vegetali morti, ma eziandio diviene sempre migliore per la lenta ma continua scomposizione dei ciottoli che lo costituiscono. Quando poi la vegetazione abbia già presa un certa forza ed estensione, il terreno acquista sempre più in minor tempo una maggior fertilità dallo scomporsi che fanno le molte foglie che cadono annualmente dai rami morti e caduti al suolo, e dal succedersi e scomporsi dei cespugli, delle erbe legnose, e delle cotiche erbose: in allora lo sviluppo dell’acido carbonico è maggiore, più facile la scomposizione dei ciottoli, poichè dapprima esso scioglie la silice, indi colla calce agisce sugli altri silicati di potassa, di soda e d’allumina che scompone lasciando questi materiali a profitto della costituzione vegetale; e finalmente il ferro, il quale entra come componente in molte roccie, per la sua avidità d’unirsi all’ossigeno, si disgiunge dalla rimanente massa e ne ajuta la scomposizione, come si vede comunemente accadere dei ciottoli o sassi, così detti ferrettini, quando siano esposti all’aria.

Per tal modo la vegetazione non solo aumenta la fertilità del suolo co’ suoi avanzi, fornendolo cioè di humus, ma serve anche a scomporre lentamente le ghiaje ed a ridurlo capace a sempre miglior condizione per l’agricoltura. Così, mano mano le sterili ghiaje diedero col tempo uno strato alto sufficientemente da potersi coltivare anche a cereali.

Nelle vallate poi la formazione del terreno coltivabile è ancor più facile, essendo che le pioggie e le acque correnti trascinano continuamente in basso le materie terrose staccatesi e frantumatesi sui monti, per poi deporle in basso ove esse rallentano il loro corso.