Trattato completo di agricoltura/Volume I/Selvicoltura/11

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Della mondatura

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della mondatura.

§ 385. La mondatura è il ripulimento delle piante dai rami morti, ed anche il trasporto delle radici e dei tronchi rimasti in una foresta dopo il taglio. Dove però il pendio è forte, in riva ai fiumi e dove sono possibili le valanghe o le frane non si smuoverà mai il terreno.

Nel togliere i rami morti dovremo, in quanto al taglio, procedere come si trattasse d’una scalvatura (§ 388).

§ 386. Oltre al taglio dei rami morti, la mondatura comprende il diradamento delle messe nelle ceppate, e la soppressione dei rami che potrebbero deformare le fustaje.

Nei boschi di ceppata, un anno dopo il taglio, si dovranno levare dal ceppo tutti i ramoscelli tortuosi, mal vegnenti o mal disposti, specialmente se fossero troppo numerosi e tali da nuocersi e soffocarsi reciprocamente, o da non essere in relazione col vigore della ceppata. Questa mondatura o diradamento esige pure certe cautele, a norma della durata di rotazione del taglio e della distanza che esiste fra le ceppate. Quanto più la rotazione sarà lunga il numero dei rami che giungono a buona riuscita sarà minore, pel maggior ombreggiamento, e perchè ogni anno il succhio preferisce le cacciate più rigogliose, lasciandosi sempre addietro qualcuna dell’anno antecedente. Ciò non pertanto commetterebbe un grave errore chi volesse a bella prima ridurre al presumibile e scarso numero finale i numerosi ramoscelli del ceppo che fossero nati dopo lo scalvo. Ei non farebbe che far deperire la pianta diminuendo lo sfogo agli umori assorbiti; lascerebbe il suolo e la ceppata più esposta all’arsura ed al gelo; ed i giovani e deboli rami, più esposti al vento, potrebbero rendersi tortuosi o tristi. Epperò questa soppressione di rami dev’essere fatta gradatamente. Così, dopo il primo o secondo anno dal taglio, si fa la prima mondatura, lasciando a ciascun ceppo da circa 12 o 15 ramoscelli circa, i più vicini al suolo, ed i meglio ripartiti. Nelle ceppate, la cui rotazione sia di nove anni circa, si farà una seconda mondatura verso il quinto anno, lasciandovi dai sei ai dieci rami, togliendo i più tortuosi, inclinati, e quelli che fossero sorti, dopo la prima operazione. Se invece la rotazione sarà di 18 anni, la seconda mondatura si farà verso il nono anno, e si toglierà un minor numero di rami. In questi boschi, a 18 anni circa di [p. 365 modifica]rotazione, si può fare anche una sola mondatura tra l’8.° ed il 10.° anno, togliendo eziandio le cacciate laterali e più basse ai rami che si vogliono conservare. Quando poi la rotazione sarà da 30 a 40 anni, la seconda mondatura si farà verso il 10.° o 12.° lasciandovi un minor numero di rami: dopo questa mondatura, l’ombreggiamento e l’altezza dei rami vegetanti impedisce, o lascia tristi ed innocui i ramoscelli che potessero nuovamente sorgere dal ceppo, e non si farà che la mondatura dei rami morti.

§ 387. Nelle fustaje tanto a foglie decidue che persistenti la mondatura dei rami vivi per lo più è inutile, poichè, se il bosco cresce folto, l’aria e la luce non gli possono arrivare che dall’alto, ossia dalla cima, e quindi le piante da sè tendono a crescere piuttosto in altezza che in larghezza, e richiedono piuttosto la purgazione allo scopo che siavi una sufficiente distanza fra loro, che non un continuo diramare il tronco. In questi boschi perciò la mondatura si limita a levare i rami inferiori che facilmente intristiscono e muojono per mancanza d’aria e di luce. Soltanto quando le piante, singolarmente se a foglie decidue, occupano le orlature, o che siano troppo distanti fra loro possono rendersi deformi, ed allora abbisognerà sopprimervi quei rami che le rendessero tortuose.