Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/780. Prospettiva comune

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Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti
780. Prospettiva comune

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/781. Delle cime de' monti vedute di sopra in giú IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti - 781. Delle cime de' monti vedute di sopra in giú
Delle cose di egual movimento quella parrà piú tarda che sarà piú distante dall’occhio, sia che in pari tempo si faccia eguali lunghezze di moti in varie distanze, le quali sieno dall’ a all’ f e dal g al k, e cosí dall’ l all’ m; dico che tal proporzione parrà da velocità a velocità e da lunghezza di moto a lunghezza di moto, quale è da distanza a distanza della cosa veduta che si muove all’occhio che la vede. E sia dunque lm in tripla proporzione di distanza dall’occhio o colla distanza af da esso o; dico che il moto lm parrà per velocità e lunghezza esser triplo al moto dell’ a al b1 fatto nel medesimo tempo e moto. Provasi, perché nella distanza af dall’occhio o si dimostra lm essersi mosso solamente lo spazio cd, quando a s’è mosso in f, e cosí sarà trovato lo spazio cd entrare tre volte nello spazio af; adunque esso spazio af è triplo allo spazio cd, e perché lí un moto e l’altro son fatti in un medesimo tempo, il moto af pare tre tanti piú veloce che il moto cd. Che è quel che si dovea provare.

Note

  1. Nell’edizione viennese: "subtriplo al moto dell’ a all’ f."