Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/784. Delle cime de' monti che si scoprono all'occhio l'una piú alta dell'altra, che le proporzioni delle distanze non sono colle proporzioni de' colori
Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/783. Perché i monti distanti mostrano piú oscure le sommità che le loro basi
Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/785. Delle cime de' monti che non diminuiscono ne' colori secondo la distanza delle cime loro
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1 giugno 2008
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Pittura
<dc:title> Trattato della Pittura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Leonardo da Vinci</dc:creator><dc:date>XVI secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Trattato_della_Pittura_(da_Vinci)/Parte_quinta_-_Delle_ombrosit%C3%A0_e_chiarezze_de%27_monti/784._Delle_cime_de%27_monti_che_si_scoprono_all%27occhio_l%27una_pi%C3%BA_alta_dell%27altra,_che_le_proporzioni_delle_distanze_non_sono_colle_proporzioni_de%27_colori&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20110421123211</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Trattato_della_Pittura_(da_Vinci)/Parte_quinta_-_Delle_ombrosit%C3%A0_e_chiarezze_de%27_monti/784._Delle_cime_de%27_monti_che_si_scoprono_all%27occhio_l%27una_pi%C3%BA_alta_dell%27altra,_che_le_proporzioni_delle_distanze_non_sono_colle_proporzioni_de%27_colori&oldid=-20110421123211
Trattato della Pittura - Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti 784. Delle cime de' monti che si scoprono all'occhio l'una piú alta dell'altra, che le proporzioni delle distanze non sono colle proporzioni de' colori Leonardo da VinciXVI secolo
Quando l’occhio vede le cime de’ monti di eguali distanze ed altezze sotto di sé, esso non vedrà i colori delle cime di tali monti di diminuzione di colori nella medesima proporzione delle già dette distanze, perché passano all’occhio per diverse grossezze d’aria. Provasi: siano o p q le cime di tre monti, che in sé sono di un medesimo colore e di medesima distanza l’una dall’altra; a sia l’occhio che le vede, il quale è piú alto ch’esse cime; dico che la proporzione delle qualità delle distanze che hanno infra esse le cime di tali monti non saranno una medesima con la proporzione delle diminuzioni de’ colori di tali cime di monti; e questo nasce perché essendo a o due, e a p quattro, e a q sei, cioè nella proporzione dell’egualità, l’aria no non è subdupla all’aria mp, ma subtripla, e lo spazio dall’occhio ao è subduplo allo spazio ap, e lo spazio ao è subquadruplo allo spazio sq, che secondo lo spazio de’ monti avrebbe ad essere subtriplo.