Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/793. Pittura che mostra la necessaria figurazione delle alpi, monti e colli

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Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti
793. Pittura che mostra la necessaria figurazione delle alpi, monti e colli

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/792. De' monti e loro divisione in pittura Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/794. Pittura e come i monti crescono IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti
793. Pittura che mostra la necessaria figurazione delle alpi, monti e colli
Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti - 792. De' monti e loro divisione in pittura Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti - 794. Pittura e come i monti crescono

Le figure de’ monti, detti catena del mondo, sono generate dai corsi de’ fiumi nati di piova, neve, grandine e diacci resoluti dai raggi solari della state, la quale resoluzione è generazione di acque ragunate da molti piccoli rivi concorrenti da diversi aspetti ai maggiori rivi; crescono in magnitudine, quanto essi acquistano di moto, insinché si convocano al gran mare oceano, sempre togliendo dall’una delle rive e rendendo all’altra, insinché ricercano la larghezza delle loro valli; e di quella non si contentano; consumano le radici de’ monti laterali, i quali ruinando sopra essi fiumi chiudono le valli, e, come se si volessero vendicare, proibiscono il corso di tal fiume e lo convertono in lago, dove l’acqua con tardissimo moto pare raumiliata, insino a tanto che la generata chiusa del ruinato monte sarà di nuovo consumata dal corso della predetta acqua.

Adunque diremo che quell’acqua che di piú stretto e breve cammino si trova, meno consuma il luogo dove passa, e di converso piú consuma dov’essa è larghissima e profonda. Seguita per questo che gli altissimi gioghi de’ monti, essendo il piú del tempo vestiti di neve, e le pioggie con piccol tempo li percuotono; ed i fiumi non vi sono, insino a tanto che le poche gocciole della pioggia avanzate al sorbimento dell’arida cima cominciano a generare i minutissimi rami di tardissimo moto, i quali non hanno potenza di torbidarsi di alcuna particola di terra da loro mossa, mediante le vecchie radici delle minute erbe; per la qual cosa tali giochi de’ monti hanno piú eternità nelle loro superficie che nelle radici, dove i furiosi corsi delle acque ragunate al continuo, non contenti della portata terra, essi rimuovono i colli coperti di piante insieme con i grandissimi sassi, quelli rotolando per lungo spazio infinché li ha condotti in minuta ghiaia ed all’ultimo in sottil litta.