Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte seconda/106. Precetto, che il pittore non s'inganni nell'elezione della figura in che esso fa l'abito

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Parte seconda
106. Precetto, che il pittore non s'inganni nell'elezione della figura in che esso fa l'abito

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte seconda/105. Del massimo difetto de' pittori Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte seconda/107. Difetto de' pittori che ritraggono una cosa di rilievo in casa a un lume, e poi la mettono in campagna ad altro lume IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte seconda
106. Precetto, che il pittore non s'inganni nell'elezione della figura in che esso fa l'abito
Parte seconda - 105. Del massimo difetto de' pittori Parte seconda - 107. Difetto de' pittori che ritraggono una cosa di rilievo in casa a un lume, e poi la mettono in campagna ad altro lume

Deve il pittore fare la sua figura sopra la regola d’un corpo naturale, il quale comunemente sia di proporzione laudabile; oltre di questo far misurare se medesimo e vedere in che parte la sua persona varia assai o poco da quella antedetta laudabile; e, avuta questa notizia, deve riparare con tutto il suo studio di non incorrere ne’ medesimi mancamenti nelle figure da lui operate, che nella persona sua si trovano. E sappi che con questo vizio ti bisogna sommamente pugnare, conciossiaché egli è mancamento ch’è nato insieme col giudizio; perché l’anima, maestra del tuo corpo, è quella che è il tuo proprio giudizio, e volentieri si diletta nelle opere simili a quella che essa operò nel comporre del suo corpo: e di qui nasce che non è sí brutta figura di femmina, che non trovi qualche amante, se già non fosse mostruosa; sicché ricordati d’intendere i mancamenti che sono nella tua persona, e da quelli ti guarda nelle figure che da te si compongono.