Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte seconda/53. A che similitudine dev'essere l'ingegno del pittore

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Parte seconda
53. A che similitudine dev'essere l'ingegno del pittore

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte seconda/52. Del modo di studiare Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte seconda/54. Del giudizio del pittore IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte seconda
53. A che similitudine dev'essere l'ingegno del pittore
Parte seconda - 52. Del modo di studiare Parte seconda - 54. Del giudizio del pittore

L’ingegno del pittore vuol essere a similitudine dello specchio, il quale sempre si trasmuta nel colore di quella cosa ch’egli ha per obietto, e di tante similitudini si empie, quante sono le cose che gli sono contrapposte. Adunque conoscendo tu pittore non potere esser buono se non sei universale maestro di contraffare colla tua arte tutte le qualità delle forme che produce la natura, le quali non saprai fare se non le vedi e le ritrai nella mente, onde, andando tu per campagne, fa che il tuo giudizio si volti a’ varî obietti, e di mano in mano riguarda or questa cosa, or quella, facendo un fascio di varie cose elette e scelte infra le men buone. E non fare come alcuni pittori, i quali, stanchi colla lor fantasia, dimetton l’opera, e fanno esercizio coll’andare a spasso, riservandosi una stanchezza nella mente, la quale, non che vogliano por mente a varie cose, ma spesse volte, incontrandosi negli amici e parenti, essendo da quelli salutati, non che li vedano o sentano, non altrimenti sono conosciuti come se non li scontrassero.