Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/372. Che se le figure non esprimono la mente sono due volte morte

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Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
372. Che se le figure non esprimono la mente sono due volte morte

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/371. Che ogni membro per sé sia proporzionato a tutto il suo corpo Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/373. Dell'osservanza del decoro IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 371. Che ogni membro per sé sia proporzionato a tutto il suo corpo Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 373. Dell'osservanza del decoro

Se le figure non fanno atti pronti i quali colle membra esprimano il concetto della mente loro, esse figure sono due volte morte, perché morte sono principalmente ché la pittura in sé non è viva, ma esprimitrice di cose vive senza vita, e se non le si aggiunge la vivacità dell’atto, essa rimane morta la seconda volta. Sicché dilettatevi studiosamente di vedere in quei che parlano, insieme co’ moti delle mani, se potrete accostarli e udirli, che causa fa loro fare tali movimenti. Molto bene saranno vedute le minuzie degli atti particolari appresso de’ mutoli, i quali non sanno disegnare, benché pochi sieno che non si aiutino e che non figurino col disegno. Imparate adunque da’ muti a fare i moti delle membra che esprimano il concetto della mente de’ parlatori. Considerate quelli che ridono e quelli che piangono, guardate quelli che con ira gridano, e cosí tutti gli accidenti delle menti nostre. Osservate il decoro, e considerate che non si conviene né per sito né per atto operare il signore come il servo, né l’infante come l’adolescente, ma eguale al vecchio che poco si sostiene. Non fate al villano l’atto che si deve ad un nobile ed accostumato, né il forte come il debole, né gli atti delle meretrici come quelli delle oneste donne, né de’ maschi come delle femmine.