Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità

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Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/437. Pittura: di figura e corpo Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/439. Perché una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch'essa non è IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità
Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 437. Pittura: di figura e corpo Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra - 439. Perché una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch'essa non è

Delle parti di quei corpi che si rimuovono dall’occhio, quella mancherà prima di notizia la quale sarà di minor figura; ne segue che la parte di maggior quantità sarà l’ultima a mancare di sua notizia. Adunque, tu, pittore, non finire i piccoli membri di quelle cose che sono molto remote dall’occhio, ma seguita la regola data nel sesto.

Quanti sono quelli che nel figurar le città ed altre cose remote dall’occhio fanno i termini notissimi degli edifici non altrimenti che se fossero in vicinissime propinquità; e questo è impossibile in natura, perché nessuna potentissima vista è quella che in sí vicina propinquità possa vedere i predetti termini con vera notizia, perché i termini d’essi corpi sono termini delle loro superficie, ed i termini delle superficie sono linee, le quali linee non sono parte alcuna della quantità di essa superficie, né anche dell’aria che di sé veste tal superficie. Adunque quello che non è parte d’alcuna cosa è invisibile, come è provato in geometria. E se tu, pittore, farai essi termini spediti e noti, come è in usanza, e’ non sarà da te figurata sí remota distanza, che per tale difetto1 non si dimostri vicinissima. Ancora gli angoli degli edifici son quelli che nelle distanti città non si debbono figurare, perché d’appresso è impossibile vederli, conciossiaché essi angoli sono il concorso di due linee in un punto, ed il punto non ha parte, adunque è invisibile.



Note

  1. Nell’edizione romana, 1817: "effetto."