Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra/477. Delle incarnazioni e figure remote dall'occhio
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Leonardo da Vinci - Trattato della Pittura (XVI secolo)
Parte terza - De' vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzione di membra
477. Delle incarnazioni e figure remote dall'occhio
477. Delle incarnazioni e figure remote dall'occhio
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Devesi per lo pittore porre nelle figure e cose remote dall’occhio solamente le macchie, non terminate, ma di confusi termini; e sia fatta l’elezione di tali figure quando è nuvolo, o in sulla sera, e sopratutto guardisi, come ho detto, dai lumi ed ombre terminate, perché paiono poi tinte quando si vedono da lontano, e riescono poi opere difficili e senza grazia. E ti hai a ricordare che mai le ombre sieno di qualità, che per la loro oscurità tu abbia a perdere il colore ove si causano, se già il luogo dove i corpi sono situati non fosse tenebroso; e non far profili, non disfilar capelli, non dar lumi bianchi, se non nelle cose bianche, e che essi lumi abbiano a dimostrare la prima bellezza del colore dove si posano.