Trattato sul governo di Firenze/Trattato primo/Capitolo primo

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Trattato primo - Capitolo primo

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Che è necessario il governo nelle cose umane; e quale sia bono, e quale sia cattivo governo.

L’onnipotente Dio, el quale regge tutto l’universo, in due modi infunde la virtú del suo governo nelle creature. Però che nelle creature, che non hanno intelletto e libero arbitrio, infunde certe virtú e perfezioni, per le quali sono inclinate naturalmente ad andare per li debiti mezzi al proprio fine, senza difetto, se già non sono impedite da qualche cosa contraria: il che accade rare volte. Onde tale creature non governano sé medesime, ma sono governate e menate alli fini proprii da Dio e dalla natura data da lui. Ma le creature, che hanno el dono dello intelletto, come è l’uomo, sono da lui per tale modo governate, che ancora vuole che si governino sé medesime: perché dà a loro el lume dello intelletto, per lo quale possino cognoscere quello che li è utile e quello che li è inutile, e la facultà del libero arbitrio da potere eleggere liberamente quello che a loro piace. Ma perché el lume dello intelletto è molto debile, massime nella puerizia, non può perfettamente uno uomo reggere sé medesimo senza adiutorio dell’altro uomo, essendo massime quasi ogni uomo particulare insufficiente per sé medesimo, non potendo provedere solo a tutti li suoi bisogni cosí corporali come spirituali. Onde noi vediamo che la natura ha provisto a tutti li animali di quello che hanno bisogno per la vita loro, cioè, di cibo, di veste e d’arme da difendersi: e ancora, quando si infermano, per istinto naturale si governano e corrono all’erbe medicinali; le quali cose non sono state proviste dall’uomo; ma Dio, governatore del tutto, ha dato a lui la ragione e lo instrumento delle mani, per le quali possa per sé medesimo prepararsi le predette cose. E perché considerata la fragilità del corpo umano, sono necessarie quasi infinite cose per nutrirlo, augumentarlo e conservarlo, alla preparazione delle quali si richiedono molte arte, le quali sería impossibile o molto difficile che si potessino avere tutte insieme da un uomo solo, è stato necessario che li uomini vivino insieme, acciò che uno aiuti l’altro, dando opera alcuni a una arte e altri ad un’altra, e faccendo insieme tutto uno corpo perfetto di tutte le scienzie e arte.

Per la quale cosa bene è detto, che chi vive solitario, o che è Dio, o che è una bestia; cioè, o che è tanto perfetto uomo, che è quasi come uno Dio in terra; perché come Dio non ha bisogno di cosa alcuna, cosí lui non ha bisogno di adiutorio di alcuno uomo, come fu santo Giovanni Battista e santo Paulo primo eremita e molti altri; o vero, che è come una bestia, cioè che è totalmente privato della ragione: però non si cura di veste, né di case, né di cibi cotti e preparati, né di conversazione di uomini, ma va seguitando lo instinto della parte sensitiva, rimossa da sé ogni ragione. Perché dunque si truovono pochissimi uomini che siano o di tanta perfezione o di tanta bestialità, eccetto questi, tutti gli altri sono constretti a vivere in compagnia, o in città, o in castelle, o in ville, o in altri luoghi.

Ora, essendo la generazione umana molto prona al male, e massime quando è senza legge e senza timore, è stato necessario trovare la legge, per refrenare l’audacia delli cattivi uomini, acciò che quelli che vogliono vivere bene siano sicuri, massime perché non è animale piú cattivo dell’uomo che è senza legge. Onde noi vediamo l’uomo goloso essere piú avido e piú insaciabile incomparabilmente di tutti li altri animali, non li bastando tutti li cibi, né tutti li modi di cuocerli, che si truovano nel mondo, e cercando non di satisfare alla natura, ma al suo sfrenato desiderio. E similmente supera tutti li animali nella bestialità della lussuria, però che non serva, come le bestie, né tempi né modi debiti, anzi fa cose che a pensarle, anzi a udirle, sono abbominevoli, le quali né fa né si imagina di fare bestia alcuna. Nella crudeltà ancora li supera, perché non fanno le bestie cosí crudeli guerre insieme, massime quelle che sono d’una medesima specie, come fanno li uomini, li quali etiam truovano diverse arme da offendersi, e diversi modi da martoriarsi e ammazzarsi. Oltre a queste cose, nelli uomini poi è la superbia, ambizione e invidia: dalle quali ne seguita tra loro dissensione e guerre intollerabili. E però, essendo li uomini necessitati a vivere in congregazione delli altri, volendo vivere in pace, è bisognato trovare le leggie, per le quali li cattivi siano puniti e li buoni premiati.

Ma perché non appartiene a fare leggie se non a chi è superiore, e non si possono fare osservare se non da chi ha potestà sopra li altri uomini, è stato necessario constituire chi abbia cura del ben commune e chi abbia potestà sopra li altri. Perché, cercando ogni uomo particulare il proprio bene, se qualcuno non avessi cura del ben commune, non poteria stare la conversazione umana e tutto el mondo anderia in confusione. Alcuni uomini dunque convenneno insieme di constituire un solo, che avessi cura del ben commune, al quale ognuno obedisse; e tale governo fu dimandato regno, e re colui che ’l governava. Alcuni altri, o per non potere convenire in uno, o per parergli meglio cosí, convenneno nelli principali e migliori e piú prudenti della communità, volendo che tali governassino, distribuendo tra loro li magistrati in diversi tempi; e questo fu domandato governo delli ottimati. Altri volseno ch’el governo rimanesse nelle mani di tutto el popolo, el quale avesse a distribuire li magistrati a chi li paresse, in diversi tempi; e questo fu chiamato governo civile, perché appartiene a tutti li cittadini.

Essendo adunque el governo della communità trovato per avere cura del ben commune, acciò che li uomini possino vivere insieme pacificamente e darsi alle virtú e conseguitare piú facilmente la felicità eterna, quello governo è bono, el quale con ogni diligenzia cerca di mantenere e accrescere il ben commune e inducere li uomini alle virtú e al ben vivere, e massime al culto divino; e quello governo è cattivo, che lascia el ben commune e attende al suo bene particulare, non curando delle virtú delli uomini, né del ben vivere, se non quanto è utile al suo bene particulare: e tale governo si chiama tirannico. Sí che abbiamo vista la necessità del governo nelli uomini, e quale è buono, e quale è cattivo governo in generali.