Varenna e Monte di Varenna/Appendice/La Villa Monastero

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La Villa Monastero

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VILLA MONASTERO

È l’antico monastero di Santa Maria Maddalena che venne soppresso con bolla dal Papa Pio V° in data 13 febbraio 1567. Avvenuto il trasferimento delle monache di Varenna a Lecco, il monastero venne acquistato dal nobile signor Paolo Montico di Cortenova in Valsassina, il quale comperò anche le terre e giardini annessi, al prezzo di scudi d’oro 700, lire 4, soldi 9 e denari 3.

Da annotazioni lasciate dal nobile Lelio Mornico nato nel 1585 e morto nel 1648, si rileva che spese lire imperiali 28000 in migliorie e nuove costruzioni alla villa Monastero «avendo fatto giardino ove prima era lago, ciò incominciando nell’anno 1609 e fino al 1619, nel quale anno partì per la guerra, e ritornato nel 1630, fino al 1645 spese altre imperiali lire 400». [p. 426 modifica]

Nella prima metà del secolo XIX i fratelli Lelio e Carlo Mornico figli di Battista, non potendo più per i loro impieghi attendere all’amministrazione dei loro possessi di Varenna, vendettero la villa Monastero all’ingegnere Pietro Genazzini, che poco dopo la rivendè alla signora Carolina Seufferheld. Morta questa signora nel 1894, la villa passò nel 1899 in proprietà al signor Kess germanico, che l’abbellì di statue e giardini.Veduta generale della villa Monastero (fotogr. Adamoli)

Dopo la guerra venne incamerata dal Governo perchè di proprietà di suddito straniero, e nel 1925 finalmente venduta al Comm. Marco De Marchi che ne è ora il proprietario.

Il giardino è molto rinomato per la bellezza veramente rara delle piante, e può considerarsi anche per la sua vastità il più delizioso giardino di Varenna. Luigi Rusca così lo cantò1: [p. 427 modifica]Giardino della villa Monastero (fotogr. Adamoli) [p. 428 modifica]Entrata e portico della villa Monastero (fotogr. Adamoli)

Il Monastero

Loco ameno del signor Lelio Mornico


Quest’è giocondo porto
Per chi del Lario lago
È di veder belle delitie vago.
L’amenità, il diporto
Il piacer, il diletto,
Tra liete stanze altrui, quì dan ricetto.
Se miri d’ogni intorno
Ciascun mirabil fregio
Di questo bel soggiorno
Dirai, che il vanto, e il pregio
Invola a Pafo, a Gnido
Non di Ciprigna, ma di Cinzia nido;
Nè saprai peregrino
Se fia albergo mortai, o pur divino.

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Il giardino è abbellito da statue, fra le quali è notevole un gruppo decorativo del periodo neo-classico, rappresentante la Clemenza di Tito, dello scultore Comolli, e proveniente dalla Villa Bagatti di Cardano.

Sul monumento vi è la seguente iscrizione:

«Morte trasse di mano a Giov. Battista Comolli lo scalpello che preparava questo storico emblema nel 20 dicembre 1830».L’antica villa Isimbardi

Durante il periodo di proprietà Kess, e precisamente nel 1899, venne alienata e venduta al Kess una stradetta che dallo stradone principale che conduce a Fiume Latte, all’altezza della Madonnina incastrata nel muro metteva al lago, alla così detta Riva degli Spazzini. Fu in quel tempo che il Kess acquistò vari appezzamenti di terreno posti al di là di questa stradetta, verso Fiume Latte, portando così la sua proprietà all’ampiezza attuale.

Vi sono anche delle belle cancellate antiche, delle quali una porta ancora lo stemma Mornico.

Il Fogazzaro fa agire i personaggi della sua commedia Nadejde nella villa Monastero, che però egli ha chiamata l’Eremo, come egli stesso asserì alle signorine Bellati di Varenna.

Note

  1. Le delitie et meraviglie del Lario. Rime di Luigi Rusca all’Ill. Sig. Baron Bapenheim. Como Angelo Turati.