Vai al contenuto

Vent'ora e un quarto

Da Wikisource.
Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Vent'ora e un quarto Intestazione 18 marzo 2024 75% Da definire

La fiaccona L'anima der curzoretto apostolico
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

[p. 78 modifica]

VENT’ORA E UN QUARTO.

     Su, cciocchi, monci,1 mascine da mola:2
Lesti, ché ggià è ffinita la campana.
Ch’edè?3 Vv’amanca una facciata sana?4
È ppoco male; la farete a scola.

     Via, sbrigàmose,5 aló,6 cch’er tempo vola;
Mommó7 ddiluvia e la scola è llontana.
Nun è vvaganza, no: sta sittimana
Don Pio nun dà cch’una vaganza sola.

     Dico eh, nun zeminamo8 cartolari:
Nun c’incantamo pe’ le strade: annamo9
Sodi, e a scola nun famo10 li somari.

     Scola santa! e cchi è cche tt’ha inventato!
Quadrini bbenedetti ch’io ve chiamo!
Che rriposo de ddio! che ggran rifiato!11

15 gennaio 1835.

Note

  1. Pigri.
  2. [Mola, per “mulino.„]
  3. Che è?
  4. [Intera.]
  5. Sbrighiamoci.
  6. Allons.
  7. [Mo mo]: or ora.
  8. Non seminiamo.
  9. Andiamo.
  10. Facciamo.
  11. Ristoro.