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Versi del conte Giacomo Leopardi/Sonetto IV

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Sonetti in persona di ser Pecora fiorentino beccaio
Sonetto IV

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SONETTO IV


E’ fa gheppio. Su l’anca or lo stramazza,
     L’arrovescia; e lo sgozza e l’accoltella.
     Ve’ ch’ancor trema e palpita e balzella,
     Guata che le zampacce in aria sguazza.
5Qua, ché già ’l sangue spiccia e sgorga e sprazza,
     Qua presto la barletta o la scodella;
     Reca qualcosa, o secchia o catinella
     O ’l bugliuolo o la pentola o la cazza:
Corri pel calderotto o la stagnata,
     10Dà di piglio a la tegghia o a l’orinale;
     Presto, dico, il malan, che ti disfaccia.
Di molto sangue avea quest’animale:
     Mo fagli fare un’altra scorpacciata,
     E di vento l’impregna e l’abborraccia.
               15Istrigati e ti sbraccia:
     Mano speditamente a lo schidone;
     Busagli ’l ventre, e ’nzeppavi ’l soffione.