Vita di Dante/Avvertimento dell'Editore

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Avvertimento dell'Editore

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L'Autore

AVVERTIMENTO DELL’EDITORE


Non poteva la BIBLIOTECA NAZIONALE andar priva di un’opera così famigerata com’è la presente del signor CESARE BALBO; tanto più che da qualche tempo se ne veniva sperimentando la mancanza nel commercio.
Fedele, però, al mio costume di non intraprendere ristampe senza intelligenza dei viventi autori, a fine di averne la facoltà non solo, ma ancora quei miglioramenti che quelli avessero da poter farvi a benefizio degli studiosi, mi rivolsi anche questa volta all’illustre Uomo prenominato; dal quale ebbi, sotto il 18 novembre ultimo decorso, la risposta che quì debbo riprodurre:
Ella mi domanda di scriverle alcune righe, onde risulti che l’edizione della mia Vita di Dante, è fatta con mio pieno consenso. Ed io molto volentieri ciò dichiaro, ed aggiungo che anzi è fatta di comune accordo.
Ed Ella desidererebbe poi, che vi facessi correzioni ed aggiunte. Ma ciò mi è impossibile per parecchie ragioni; perchè la mia vita è ora per la maggior parte dell’anno occupata in cose non letterarie; perchè quel poco che me ne rimane libero, lo vorrei (e forse lo debbo) occupare in iscrivere cose diverse; e soprattutto, poi, perchè da quattro anni in qua, una grave infermità degli occhi mi fa difficile lo scrivere, più difficile il leggere, impossibile poi quel leggicchiare moltiplice, quello scartabellare e consultare e confrontar volumi, che è indispensabile in ogni lavoro d’erudizione.
Se qualche altra persona, in migliori condizion che non sono io, volesse fare queste correzioni ed aggiunte alla sua edizione, io vi do pure il mio pieno consenso, ecc.
Di quest’ultima permissione io non pensai di valermi, tanto più che non era facile il trovare chi presumesse di recare emendazioni o additamenti molto notabili ad un libro già da più anni confermato nel favore del pubblico, e di scrittore sì dotto e caro all’Italia come il signor Balbo. Ma venutami sopra lavoro alle mani l’edizione Napoletana del 1840 con le Annotazioni del signor Emmanuele Rocco, immaginai di sovrapporre almeno queste alla mia ristampa, condotta sull’edizione principe fatta dal Pomba in Torino nel 1839: il che pure mi fu dall’egregio Piemontese, assai prontamente, non che generosamente conceduto. Queste Annotazioni, adunque, riportate a guisa di Appendice, saranno il solo corredo per me aggiunto a quest’Opera; la quale di nuove cure non abbisogna, o le avrà, quando che sia, per la diligenza e lo zelo del benemerito e infaticabile Autore.

Felice Le Monnier.

Firenze, febbraio, 1853.