Alchimia Spirituale/V - Primo principio dell'Alchimia Spirituale è la gratia di Dio

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V - Primo principio dell'Alchimia Spirituale è la gratia di Dio

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V - Primo principio dell'Alchimia Spirituale è la gratia di Dio
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Primo principio dell’Alchimia Spirituale è la gratia di Dio. Cap. V.



O
Gni arte hà i suoi principj e fondamenti: onde di questi non dovea esser priva questa celeste e Divina dell’Alchimia Spirituale.

Il primo e principale è la grata Divina: questa è l’anima di quest’arte; e, senza l’aiuto della gratia, ogn’altra industria riesce infruttuosa, vana ogni fatica, inutile ogni precetto. L’opra segue l’essere: e [p. 29 modifica]chi hà da far buone operationi, deve esser buono, & esser in gratia di Dio.

E perciò, chi haverà da esercitar quest’arte, doverà prima procurar con ogni mezzo d’esser ricco di quella gratia, senza della quale ogni altra ricchezza è povertà.

Habbiamo da esser’in gratia per operar à gusto di Dio: ma, oltre di questo, è necessario il non attribuir niente alle nostre forze & industrie; ben sì tutto all’aiuto Divino, da cui habbiamo da riconoscere tutto quello, che noi facciamo di bene. [p. 30 modifica]

Nell’uso di questo principio si hà da passar dalla speculazione alla prattica: e ciò si farà col protestarsi spesso, che noi intendiamo di attribuir tutto alla gratia del nostro Dio: e doverà la persona con ogni studio staccarsi da tutto quello, con che potesse dar segno di riconoscer da se quanto fà per il suo Dio; e particolarmente da ogni compiacenza e gusto, che havesse nel bene oprare.

Chi sarà lodato, procurarà di scuoter da se la lode; e, come dovuta à Dio, à Dio subito darla, con l’aiuto della cui gra[p. 31 modifica]tia si fa il bene, che si fa.

Questo atto in più maniere può essere fatto. Prima, avanti che si faccia l’opra, protestarsi, che non intendiamo di essa attribuir cosa alcuna à noi, ma solo à Dio: che non intendiamo di voler ne lode, anzi ne gusto ò compiacenza per essa. Secondo, nel farla, rinovar quest’atto e confermarlo: il che più volte potrà farsi, massime quando l’opra fosse accompagnata da qualche lunghezza di tempo. Terzo, nel fine dell’attione approvar gl’atti fatti; anzi farli di nuovo, e di [p. 32 modifica] [p. 33 modifica]non vorremmo oprar in questo modo, havendo maggior gusto, che tutto il bene sia attribuito à Dio et alla sua gratia per sua gloria maggiore.

Sarà ancora singolar industria, haver intentione, operando qual si sia cosa con la gratia Divina, di riferirla in tutti lo modi possibili nella Divina gratia; e levarla da noi dalla nostra debolezza dal nostro niente in tutte quelle maniere, che conosce Dio poter esser levata, in guisa che, l’esser fatta ogni attione, e l’esser fatta con questi fini et intentioni secondo le regole dell’affetto, sia lo stesso. G Amor