Guida al Lago d'Iseo ed alle Valli Camonica e di Scalve/Da Boario alle Valli d'Angolo e di Scalve

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Da Boario alle Valli d'Angolo e di Scalve.


Uno dei principali confluenti dell’Oglio per copia d’acqua, ed il più notevole per grandiosa orridezza è il Desso, fiumicello tributante le acque delle valli di Scalve e d’Angolo. Presso il di lui sbocco è la fonte di Boer (Boario) d’acqua purgativa magnesiaca marziale, nota sino dal 1400, che da trent’anni va acquistando sempre favore più ampio, e che sarà più frequentata quando alla bontà dell’acqua risponderanno i conforti dell’albergare. Boer nell’Islanda significa capanna, ed il vecchio nome di Casì de Boer sembra rammentare l’origine di quel nome. Da quel casino sale a Valle d’Angolo la via che viene diretta dal vecchio ponte di Montecchio, e vi trova i paeselli Gorzone, Terzane, Anfurro, Angolo, Mazzunno, cinque comuni aventi popolazione complessiva di 2073 persone, laonde appaiono i più sottili della valle. Fra Angolo ed Anfurro sta laghetto quieto e pittoresco spaziante un chilometro quadrato.


Gorzone era la rocca costrutta da Zenone Federici nel 1150. Ivi sulla via vedesi un bel sarcofago in arenaria rossa d’ un Isidoro Federici morto nel 13361. [p. 81 modifica]Angolo in capo alla valletta ha il vago laghetto ombroso detto Co de lag (Capo di lago) popolato da trote, tinche, persico. Qui sono le vecchie magioni de’ Federici, e le case di que’ Laini che allo sbocco del Desso dal 1810 al 1813 fecero grandi lavori di ferro e ghisa per le artiglierie napoleoniche.

Antica via scendeva dalla Valle di Scalve ad Angolo, secondando il Desso, ma non mantenuta e rovinata da frane frequenti, era resa impraticabile ai veicoli. Onde gli Scalvini, soliti a frequentare il mercato di Pisogne, dove una piazza portava il loro nome, eran ridotti a ricevere la biada ed a scaricare il loro ferro solo per l’alto giogo di Castione a 1300 metri. Dal 1862 sui disegni dell’ingegnere Paolo Fiorini di Darfo, si prese a cavare la via attuale per 13 chilometri da Angolo al Desso, via che per l’orrido sublime riescì più pittoresca ancora che la rinomata Via Mala de’ Grigioni, tanto che si stimò pregio dell’opera il mandarne fotografia all’esposizione di Parigi del 1867. Per la via antica vi scendevano il ferro ed il rame che vi si coltivava dai tempi romani. Ivi nel monte Manina sono le miniere più copiose e buone di ferro spatico della Lombardia.


La Valle di Scalve è curiosa a vedersi come la Chamounie alle falde del Monte Bianco, quella delle [p. 82 modifica]Andorre ne’ Pirenei. Fu repubblichetta federale nel medio evo, tributaria a Bergamo, quantunque ancora abbia solo 4800 abitanti distribuiti in cinque comuni (Vilminore, Collere, Azzone, Oltrepovo, Schilpario) ed otto parrocchie. È una valle tutta alpina, pastorale, dove all’altezza dai 1000 ai 1300 metri, cessati i noci, i castagni, la vite, il maiz, si coltivano solo il farro, la scandella, il frumento marzuolo, l’orzo, la segale, le patate, le rape, il lino. Ivi sono le selve più belle e meglio coltivate della Lombardia, gareggianti con quelle del confinante Borno. Selve delle quali prima che Scalve aprisse la nuova via, usava solo per carbone ad alimentare suoi forni e sue fucine, e che ora riduce anche in legname. Per fondere i suoi buoni minerali ha due forni alternanti al Desso, frazione di Azzone, e due simili a Schilpario, i quali, complessivamente, dal 1866 davano una media produzione di ghisa di 2832 tonellate, quanto può dare da solo l’alto forno Gregorini a Castro. Ora que’ forni Scalvini riposano.

A Vilmaggiore, fraziono di Vilminore, si trovano traccie di sepolcri romani nel sito detto i Pagà. È tradizione che al Giogo siansi rinvenuti segni delle bande di Alani condotti da Beorgor e disfatte da Ricimero, che morì a Milano nel 472, Schalf agli Armorici valle fessura, e questa potrebbe essere la [p. 83 modifica]radice celtica dello strano nome della valle, alla quale salivasi per l'orrida fessura del Desso.

Gli Scalvini fino dal 1251 s’erano redenti dalle servitù feudali.


Schilpario è la patria del cardinale Mai, morto nel 1855, del quale ha bel ritratto del Coghetti2, e dei Grassi che ebbero pure uomini notevoli. Vilminore è de’ Tagliaferri, de’ quali uno Maggiore agli Stati Uniti, sussidiò Beltrami da Bergamo alla scoperta delle fonti del Mississipi nel 1823.

Oltre Schilpario è da visitare la magnifica selva piana per tre chilometri sino ai Colli, ove sono miniere di ferro, e s’apre il passo alla valle ferrifera di Paisco e Loveno.

Gli alpinisti ponno trovare invito a belle salite in questa valle, dove la Presolana, che ha traccie di minerali di rame e di piombo argentifero, si eleva metri 2500, e fu superata il 3 ottobre 1871 dall’ingegnere Antonio Curo da Bergamo, ed il Piz Tornel tocca i 2677 metri sul livello del mare, e sul quale salirono alpinisti da Milano e bresciani nell’estate del 1874. Ivi si fa ancora buona caccia di [p. 84 modifica]lepri, di francolini, di cotornici, di pernici, di qualche urogallo. Il 14 agosto del 1800 vi si uccisero gli ultimi due cervi.

Buone osterie vi sono al Desso, a Vilminore e specialmente a Schilpario.

Note

  1. Una via detta Gorzù è ad Iseo, ed un torrentaccio di tal nome è sul Padovano.
  2. Altro ritratto del Mai di Podesti è nel municipio di Bergamo, uno squisito busto di lui del Tenerani sta nella biblioteca di Bergamo.