La vigilia delle nozze

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Giacomo Zanella

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LA VIGILIA DELLE NOZZE.

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pel matrimonio

PORTO-PRINA

di venezia.





     Eri gioiosa i dì passati. Amore
Ti spirava ardimento; e la speranza
3Di vaghi sogni ti nudriva il core.

     E ti parea che la materna stanza,
Ove crescevi colombetta ascosa,
6Abbandonata avresti in esultanza,

     Per venirtene all’ara e con la rosa
Nuzïal sulle chiome al tuo diletto
9Giubilando la man porger di sposa.

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     Oggi non più. Da discordante affetto
Tocca e sparsa di lagrime che ascondi,
12L’ingenua faccia declinando al petto,

     Maria, tu siedi muta e ti confondi
Al pensier del domani, e de’ tuoi cari
15Sol con singhiozzi al salutar rispondi.

     Piangi, fanciulla! Ad uom che i noti lari
Cangia con mobil pino e si periglia
18Entro la scura immensità de’ mari,

     L’anima il primo dì non si scompiglia,
Come a modesta vergine che tolta
21Venga a’ dolci ozî della sua famiglia.

     Guarda al cheto stanzino, ove raccolta
Sera e mattin s’inginocchiava, orando
24Fervida a Lei che gl’innocenti ascolta:

     All’augellino, a’ fior che a quando a quando
Di sua mano innaffiava; all’umil scranna
27Su cui, l’ago o la penna esercitando,

     Sedeva; e chiusa doglia il cor le affanna.
Or che deve lasciarli, e pensa e plora
30Turbata e l’amor suo quasi condanna.

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     Addio, materni vezzi! Addio, dimora
Di pace e riso! Del perduto bene
33Chi l’accorata vergine ristora?

     Agar novella, per l’ardenti arene
Move di pauroso eremo e porta
36In vasel suggellato, unica spene,

     Dello sposo l’amor. Che se un dì morta
Le sia nel core questa fè: se senta
39D’esser sola quaggiù, chi la conforta?

     Così vien che più spesso il cor si penta
Che più facile amò! Non tu, Maria,
42Che il patrio tetto puoi lasciar contenta.

     Quella casa t’è nota, a cui per via
L’occhio levavi incerto e verecondo:
45Amor colà t’attende e cortesia.

     Lo stesso mar, lo stesso ciel giocondo
Ti fia dato goder; con lui che adori
48Per te fia volto in un elisio il mondo.

Felice ti sapea, di miti amori
Paga, a’ soavi tuoi fratelli appresso,
51Quel giorno ch’ei t’ha chiesta a’ genitori.

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     Se sua ti fe, se dal beato amplesso
Ti divise de’ tuoi, non men ridente,
54Credi, la vita ti sarà con esso;

     Chè magnanimo petto amor non mente.