Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/132

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— Sei giovine ancora, e sempre in tempo....

Ma la durezza quasi pietrosa del viso di lui le ricordò che Pinòn affermava essere la moglie del Giannini malata al cervello: ed anche lei, non seppe spiegarsene subito il perchè, si sentì l’anima pesante.

— Non tutto si può avere, Urbano. A chi i figli, a chi la ricchezza: a chi la forza, a chi la pazienza. Quando i miei figli erano piccoli, senza padre, senza aiuto, non ero felice di averli. Ah, caro....

Sospirò, esagerando un poco per confortare meglio l’uomo: egli però la fissava negli occhi, e pareva non sopportasse nè consolazioni nè discorsi melanconici. Disse, con la sua calda voce di oratore convinto:

— La vita è così, e bisogna prenderla com’è. Si va su, si va giù, un giorno bene, un giorno male. Hai tu mai veduto il mare, Annalena Bilsini? Un giorno sembra l’inferno con tutti i diavoli in ballo, un altro il paradiso con tanti angeli d’oro. Così è la nostra vita; lasciamola lì. Oggi è una bella giornata: godiamocela e non pensiamo che a tenerci la coscienza pulita. Io sono venuto per augurarvi la buona Pasqua. Ebbene, ragazzo, come ti chiami? Ah, Ubaldo? Ebbene, Ubaldo, dipingi un uovo anche