Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/193

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Annalena, correndo via col pollo, seguita da una scia di piume volanti.

I due giovani si guardarono negli occhi e risero. La letizia d’Isabella era però condita di rabbia, e l’idea perversa di far ingelosire Pietro, per vendicarsi della poca premura di lui, la spinse ad insistere nel cercare e provocare gli sguardi di Bardo.

Com’erano diversi gli occhi dei due fratelli! Quelli di Pietro tentavano invano di investirle il viso con una fiammata che la sfiorava senza toccarla; questi di Bardo, chiari ma con la pupilla sfavillante come una scintilla in una gemma verdognola, le penetravano dentro e la frugavano tutta.

Più che altro era curiosità di sapere ciò che lei veramente pensava e sentiva; curiosità però sensuale, che accendeva quella di lei di sapere fino a qual punto ella poteva piacergli e dominarlo.

— Come va la tua Piera? — gli domandò, mentre con tacita intesa scantonavano intorno alla casa e s’avviavano pei campi.

Bardo non desiderava di meglio che parlare di Piera, per parlare d’amore; ed Isabella, poichè l’amore suo le sfuggiva, aveva bisogno di scaldarsi a quello degli altri. In fondo, l’eterno istinto d’intendersela però