Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/194

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fra di loro li guidava: così andarono a cercarsi una specie di nascondiglio, sulla proda fra il sentiero ombreggiato dai salici ed un pergolato fitto dal quale l’uva mora pendeva ancora, e tanta che pareva accrescere l’ombra.

Un fruscio brusco scuoteva il campo attiguo della saggina non ancora mietuta, come se vi passassero, scherzando fra di loro, le giovani volpi: ed anche l’acqua del fosso, bassa e coperta di una verde peluria di musco, ogni tanto sussultava e pareva aprisse dei grandi occhi neri che riflettevano quelli azzurri del cielo fra gli alberi: erano le ranocchie che vi si tuffavano. E l’odore intenso dell’erba, del trifoglio specialmente, dava all’aria come un colore di verde.

A testa bassa, con un filo d’oro di saggina fra le dita, Bardo domandò!

— La mia Piera, tu la conosci?

Isabella rispose ad alta voce, con accento di sfida.

— Io no, caro; e spero di non conoscerla.

— E perchè?

— Anzitutto perchè non me ne importa proprio niente: e poi perchè tu non la sposerai.

— Chi te lo ha detto? Quel furfante di Pietro?