Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/202

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a lei sola, lusinghiero come una promessa. Ella però ebbe subito l’impressione che egli si burlasse di lei, e tornò a vigilarsi severa: gli indicò il sedile accanto alla porta, per significargli che doveva stare a suo posto, poi gli disse:

— Un’altra volta, prima di venire qui, fa una scappatina al Po. L’acqua del fiume non costa niente.

Egli si guardò addosso e rispose con umiltà:

— Vi giuro che mi sono lavato ieri: sono le vesti, che odorano male; non ho che queste.

Erano ancora gli stracci dell’inverno scorso, che gli si marcivano addosso come foglie imputridite: gli altri indumenti, che la stessa Annalena gli aveva regalato, avevano fatto la solita fine, tramutandosi in vino.

Questa volta, dunque, non fu invitato ad entrare in cucina: neppure Pietro, quando fu di ritorno, gli fece buona accoglienza, intento solo ad Isabella ed all’umore variabile di lei.

— Perchè non sei venuto a salutarmi? — ella diceva, respingendolo per il petto, mentre egli tentava di abbracciarla: — eppure sei passato davanti alla nostra casa.