Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/230

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— Dicevano che mereoledì scorso la bambina è andata dai nonni e non ha più fatto ritorno a casa sua: mercoledì nel pomeriggio, — precisò, e d’un tratto parve sfidare lo sguardo metallico di Pietro. — Il padre la cerca disperato; la polizia ed i carabinieri sono in giro.

Mercoledì, nel pomeriggio. Annalena e Baldo si guardarono, ed un lampo di rimprovero balenò negli occhi del figlio. Lo stesso pensiero li atterriva: che Pietro avesse messo in opera il suo infernale progetto. Lo stesso contegno di lui verso Pinon, coloriva violentemente il sospetto.

— Lascialo, — disse la madre, con durezza: — che ne sa, lui?

E Pietro lasciò andar giù pesantemente il braccio, poi disse:

— Che me ne importa, dopo tutto?

— Già, a te non importa nulla di nulla! caschi pure il mondo, purchè sia salvo il corpaccio tuo.

Era Baldo che parlava, e delle sue parole si sentiva quasi il sapore amaro; tanto che Pietro si rivoltò.

— Ce l’hai con me, tu? Perchè la tua santarella è probabilmente scappata col suo bifolco? Ma va all’inferno.

Alzava la voce, Pietro, e diceva paro-