Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/241

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preoccupazione evidente. Nell’accorgersi che egli la guardava con curiosità, e poichè i giovani erano di nuovo usciti nei campi, dove anche Gina e i bambini s’indugiavano, ella non esitò oltre a parlare. Chiuse la porta in fondo all’ingresso, lasciando fuori il cane perchè neppure lui sentisse, poi tornò a riprendere il suo posto sulla scranna lasciata vuota dal Giannini; e le parve di investirsi della parte di lui, come un attore che sente fino al sangue il dolore del protagonista che rappresenta.

— La figlia del padrone è scomparsa: ve lo hanno già detto? Mercoledì, nel pomeriggio, è andata in casa dei nonni, passando per il viottolo dei Gelsi, poi nei campi dei Gelmini: al ritorno fece la stessa strada: fu veduta imboccare il viottolo e da quel momento nessuno sa più dire nulla di lei.

E poichè il vecchio, seduto davanti a lei, l’ascoltava insoddisfatto, ella fece un gesto con la mano come per dire «aspettate e poi vedrete».

— Questo avvenne fra le cinque e le sei: tenete bene a mente quest’ora. Il Giannini, non vedendola ritornare, corse dai suoceri, che dapprima piansero e gridarono, poi si rivoltarono contro di lui come serpi rinfacciandogli di aver rovinato la loro fami-