Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/254

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riso di boia. — Io non andrò mai dal Giannini, a fare quella parte. Se anche lui mi crede colpevole, venga lui da me.

— Tu però ancora non hai detto se lo sei o no.

— Questa è una faccenda che riguarda solamente me. Ed io solo devo distrigarla.

— Pietro. — disse allora il vecchio, scomponendosi d’un tratto, come una figura fantastica che sta per disfarsi, — tu credi di giocare con me come il gatto col sorcio. E ti sbagli; perchè in questo caso il sorcio sei tu, e preso in trappola per bene. Inutile che io mi rivolga ancora a te come ad un uomo onesto, poichè tu, parlando come parli, ti metti fuori d’ogni legge. Ed allora ti dirò che se continui così, a burlarti della pena altrui, a non mettere in chiaro le cose, ad affermarti e non affermarti colpevole, per tagliare corto, io stesso domani mattina ti denunzierò ai carabinieri.

Pietro lo guardava fisso, or con cipiglio selvaggio, or sogghignando con ironia; e gli pareva che loro due recitassero la commedia, e che dietro gli usci i fratelli e la madre ascoltassero come spettatori, o attori pur essi fra le quinte di un teatro.

Quando lo zio Dionisio gli ebbe annun-