Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/259

Da Wikisource.

— 249 —

il pensiero dell’incapacità di Pietro a sentire il bene, era sempre lì, come un macigno mostruoso, uno scoglio nero, intorno al quale tutto era ombra e pericolo.

Dov’era adesso, Pietro? Forse era andato nel nascondiglio della sua vittima, per nascondersi anche lui.

Ma ecco che Pietro rientra in casa: si sente il suo passo giù nell’ingresso: un uscio cigola, una sedia viene smossa: poi tutto è silenzio.

Il vecchio riprende le sue preghiere: ringrazia Dio di aver ricondotto Pietro a casa, e di permettere a lui, Dionisio, vecchio peccatore, di pentirsi e domandare perdono.

Così, a poco a poco, si riassopì: sogni cattivi però cominciarono a farlo soffrire.

La bella strada del primo sogno si mutò in un sentiero erto eppure scivoloso, fra due siepi spinose dalle quali penzolavano, attorcigliandosi come fruste agitate, serpi e bisce. Egli saliva carponi, pieno di angoscia e di paura, ma spinto da una volontà insuperabile di compiere il proprio dovere.

In alto, in un nascondiglio fra le pietre, si trovava Lia: ed egli doveva cercarla, trovarla e riportarla al padre.

Ma il sentiero d’un tratto cessa; ed egli si trova sopra un argine altissimo: sotto c’è