Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/260

Da Wikisource.

— 250 —

il fiume, o meglio il letto del fiume, poichè le acque si sono ritirate, e solo un po’ di sabbia umida circonda le isole che sembrano grandi cesti di verdura.

In una di queste è Lia, e bisogna andare a cercarla e riportarla al padre.

Egli si mette a sedere sul limite dell’altura, deciso a lasciarsi scivolare giù per la china, se non può scendere in altro modo: l’argine però cede sotto il suo peso ed egli si sente sprofondare lentamente come ingoiato dalla terra.

Potersi abbandonare a questo richiamo delle profondità, sarebbe quasi dolce, se egli non avesse ancora quel dovere da compiere: tuttavia si lascia tentare: è come un sonno nel sogno, un discendere quieto nel mistero della morte.

È la morte: egli lo sente, e non ne prova terrore: gli pare anzi di andar giù, dentro un luogo di pace, nel centro della terra, dove è Dio.

E si meraviglia di aver sempre creduto che Dio è in alto, nel vuoto dei cieli, e che si debba volare per giungere a Lui; mentre è sotto di noi, nella profondità della terra, e si deve scendere per ritornare a Lui.

— Ecco perchè si seppelliscono i morti,