Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/277

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dare lei il veicolo, come nei tempi passati; ma oramai il suo posto era lì, nella casa dov’ella conduceva la famiglia nel viaggio avventuroso della vita.

Se la Gnocchina era piccola, la festa fu grande. Per la prima volta dopo molti anni di decadenza, i Bilsini si permettevano di offrire un vero banchetto, ed a personaggi di riguardo.

Oltre il parroco che battezzava la bambina era invitato quello del paese accanto; invitati pure il dottore ed il veterinario.

Bisognava farsi onore, poichè la festa del battesimo era una scusa: la vera festa era il nuovo affacciarsi della famiglia Bilsini al mondo della gente rispettata.

Quasi per assicurarsi che quell’invito non era una trappola per i personaggi che si degnavano di accettarlo, fra un preparativo e l’altro, Annalena trovò il tempo di ispezionare rapidamente la sua proprietà.

I campi erano tutti arati e smassi, e alcuni già seminati: cadevano dai pampini le