Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/30

Da Wikisource.

— 20 —

vestita di rosso, a cui s’era sgonfiata la bicicletta? Stava lì, tutta mortificata, e quasi piangeva. Bella ragazza, porco cane! Dico: vuoi venire, che porto te e la bicicletta sul carro? E lei sapete che mi dice? Se si fosse noi due soli, sì!

— Potevi buttare a fiume i tuoi bambini, — disse Bardo, mentre la moglie, riabbassate le palpebre, continuava a distribuire la frittata.

— E come mi guardava! Se non si era in fretta mi fermavo davvero con lei. Ma forse non mancherà occasione. Che ne dici, Gina?

— Rispondo io per tua moglie, — disse allora la madre; — e ti dico che faresti bene ad accorgerti che è tempo di finire di essere scemo.

I fratelli, specialmente lo smorto, sghignazzarono.

— Ebbene, e che c’è di male fermarsi a parlare con una bella ragazza? Lo abbiamo già fatto altre volte.

— Tu non puoi più fermarti con nessuno: tu sei sequestrato.

— Quella ragazza poi guardava me, non lui, — riprese Bardo con sicurezza. — Mi chiese persino se avevo la pompa per la bicicletta.

Allora fu Osca a sghignazzare.