Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/32

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rimbrottasse sovente il vecchio per il suo modo tetro di vedere le cose, adesso sembrava scontenta per il parlare di lui: ma era una sera eccezionale, quella, e bisognava aver pazienza.

Baldo disse:

— Dovreste raccontarci, zio, com’è andata quella volta, con la moglie del mercantino.

Era una storia saputa e risaputa: a Baldo piaceva straordinariamente perchè la prima volta che l’aveva sentita, ancora bambino, gli era parsa una fiaba: adesso anche i due piccoli biondini si disponevano ad ascoltare, e lo stesso cane, appoggiata sulle ginocchia di Annalena la grossa testa mite e lanosa come quella di una pecora, guardò il vecchio coi suoi occhi verdi e buoni, aspettando la storia.

— Ah, quella volta? Dunque, c’era la moglie del mercantino.... Ma bisogna raccontare tutto, dal principio e con ordine. Dunque, voi sapete, ragazzi, che la nostra famiglia era ricca. Case e campi possedeva, e mucche, cavalli, maiali. Mio padre, Giovannon, come lo chiamavano, perchè era grande e grosso, ed i suoi fratelli, cinque in tutto, come voi, non erano però ben guidati. La madre era morta ed il padre si ubbriacava e giocava. Il cattivo esempio ro-