Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/89

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Dopo, Pietro s’informò come erano le ragazze del paese, se si lasciavano corteggiare, se si ballava spesso: e per conto suo riferì molte piacevoli storielle, sulla vita militare in genere, e sul suo modo speciale di vivere nella città.

— Io ci sto come in casa mia, — disse, slacciandosi il cinturino dopo aver mangiato a crepapelle, e fumando sigarette una dopo l’altra. — Sono io il padrone, in casa del mio capitano, quando lui è fuori; mi siedo in poltrona e leggo i suoi libri. Libri belli, con tante figure. Ho letto anche la storia dei serpenti e dei coccodrilli. I coccodrilli non mangiano mai l’uomo morto. Lo vogliono vivo, bello fresco, quei golosacci. Una volta un negro che attraversava a nuoto un fiume si vide inseguito da un coccodrillo. Non era certo una bella prospettiva. Allora il negro si finge morto. La bestia lo afferra e lo porta in una specie di grotta di sabbia, sotto la riva del fiume: e non lo perde d’occhio un istante. Per due giorni e due notti il negro finge sempre di essere morto, o avrebbe finito per morire di