Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/90

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fame davvero se il caso non avesse fatto passare lungo la riva un carro tirato da due buoi. Uno di questi sfonda con una zampa la volta della grotta. Il negro vede la zampa e con uno slancio disperato vi si attacca: il bue lo tira su, e così il disgraziato si salva. Oh, Gina, che hai? Che ti prende?

Gina s’era fatta bianca in viso e si passava una mano sulla fronte, come si sentisse venir meno, tanto la storia la turbava. Tutti si volsero a lei e cominciarono a canzonarla: solo il narratore la guardò con curiosità pietosa, come se in lei vedesse un essere assolutamente sconosciuto e infinitamente debole. Ella sentì quello sguardo e gli andò incontro coi suoi occhi supplichevoli. Un attimo, e lo scontro delle loro pupille fu come quello di due astri che turba tutta l’armonia del firmamento.

Completamente al di fuori della sua volontà ella pensò: è lui quello che aspetto.

E Pietro, con piena volontà, sebbene senza coscienza, nel fremito improvviso del suo sangue prepotente, pensò che Gina era la donna come lui la desiderava, al di fuori di ogni legge divina ed umana.

I suoi occhi, quindi, bruni e dolci, cerchiati di azzurro, presero un colore strano, verdognolo, come riflettessero le luci li-