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Diffusamenti. avv.In modo diffuso: diffusamente.
Diffusioni. s. f. Il diffondere e diffondersi: diffusione.
Diffusissimamenti. avv. sup. Diffusissimamente.
Diffusivu. add. Che diffonde: diffusivo.
Diffusu. add. Da diffunniri: diffuso. || Detto di discorso esteso: diffuso. Sup. diffusissimu: diffusissimo.
Difinnituri. V. difensuri: difenditore.
Difinsuri. V. difensuri.
Difinzari. V. difènniri.
Difisa. s. f. Il difendere: difesa.|| Riparo che si fa a’ pericoli, a’ danni ecc.: difesa. || Cura che ponesi a salvare, proteggere: difesa.
Difisu. add. da difenniri: difeso. || Coperto, riparato, sicuro: difeso.
Difittari. V. difettari.
Difittazzu. pegg. di difetto: difettaccio.
Difitteddu. dim. di difetto: difetterello (Tomm.).
Difittuni. accr. di difettu.
Difittusamenti. avv. In modo difettoso: difettosamente.
Difittusazzu. pegg. di difittusu.
Difittuseddu. add. dim. Alquanto difettoso.
Difittusissimamenti. avv. sup. Difettosissimamente.
Difittusità. v. difettu.
Difittusu. add. Che ha difetti: difettoso. Sup. difittusissimu: difettosissimo.
Difittusuni. accr. di difittusu: molto difettoso.
Difittuzzu. dim. di difetto: difettuccio.
Diformi. V. deformi.
Difuntu. V. defuntu.
Digginirari. V. deggenerari.
Diggiriri. v. a. Convertire ciò che si mangia o bee in sostanza: digerire. || fig. Discutere, disaminar col pensiero checchessia: digerire. || met. non putiri diggiriri unu o ’na cosa, non poter comportare: non poter digerire uno o una cosa, o non poterla smaltire. || T. med. Suppurar una piaga a fine di nettarla: digerire una piaga. || Detto d’alcune cose da mangiare, tenerle a serbo perchè acquistino perfezione: stagionare. P. pres. diggirenti: digerente. P. pass. diggirutu: digerito.
Diggistibbili. add. Atto a digerirsi: digestibile.
Digistioni. s. f. Il digerire: digestione. || T. farm. Separazione del puro dall’impuro per via di fermentazione: digestione. || T. chir. Formazione d’una materia marciosa nella piaga o tumore: digestione.
Diggistivu. s. m. T. med. Rimedio esteriore atto a promuovere la digestione ossia purificazione d’una piaga: digestivo (Mort.).
Diggistivu. add. Che facilita la digestione: digestivo. || sost. medicamento per lo effetto interno di fortificar lo stomaco: digestivo.
Diggitali. s. f. T. bot. Pianta bisannuale, amara, purgativa, ed anche emetica: digitella. Digitalis purpurea L.
Diggiunè. V. culazioni. Voce usata da chi ignorantemente credesi rimpulizzire coll’infranciosarsi (Fr. dejeuner).
Digna. In forza d’avverbio, p. e. farila digna: degnamente (Pasq.).
Dignarisi. V. degnarisi e derivati.
Dignificari. v. a. Far degno: degnificare (Mort.).
Dignità e Dignitati. s. f. Astratto di degno: dignità, dignitade, dignitate. || Grado, ufficio onorevole: dignità. || Aspetto maestoso: dignità. || Nome di que’ canonici che al benefizio hanno annessa qualche preminenza: dignità. || essiri dignità, occupare una carica eminente nella chiesa: essere sul candeliere. || cu’ cerca dignità si nni fa indignu, poichè l’onore siegue chi lo fugge.
Dignitusu. add. Che ha dignità: dignitoso. || Detto di cosa: maestevole. Sup. dignitusissimu: dignitosissimo.
Dignu. add. Assai meritevole: degno. || Convenevole, proporzionato: degno. || Eccellente, ragguardevole: degno. Sup. dignissimu: degnissimo.
Digradari. V. degradari.
Digressioni. s. f. Tralasciamento del filo principale del discorso per interporvi un incidente: digressione.
Digrissiunedda. s. f. dim. di digressioni: digressioncella, digressioncina.
Dijna. Esclamazione, però nella frase granni dijna: per bacco!
Dijttarisi. v. intr. pass. Divenir debole: infievolire, indebolire. || fig. Umiliarsi, sottoporsi, sentir bassamente di se: abjettarsi. P. pass. dijttatu: infievolito. || Abjettato.
Dijunari. v. intr. Astenersi dall’asciolvere, osservar il digiuno comandato dalla chiesa: digiunare. || dijunari cu quattru ganghi a lu cufinu, dicesi di chi mangia più volte quando digiuna: fare il digiuno di Fra Lupo. || dijunari pri s. Vitu, o essiri divotu di s. Vitu, si dice di chi ha avuto buona fortuna nel maritarsi: digiunare la vigilia di S. Caterina. || Star digiuno, non mangiare: digiunare. P. pass. dijunatu: digiunato.
Dijuntari. V. disuniri.
Dijunu. s. m. Il digiunare: digiuno. || Il giorno in cui è l’obbligo di digiunare: digiuno. || Lunga privazione di checchessia: digiuno. || fari lu dijunu: digiunare, far il digiuno. || rùmpiri lu dijunu: romper il digiuno. || pridicari lu dijunu a panza china, dir agli altri e non far per sè: bel predicare il digiuno a corpo pieno. Come fanno generalmente certi preti, certi ministri di finanza ecc. || Nome d’un intestino: digiuno.
Dijunu. add. Che non ha ancora preso cibo: digiuno. Prov. lu saturu nun cridi a lu dijunu: corpo satollo non crede al digiuno, ed è perciò che i megliostanti gridano che il popolo è salvaggio, che bisogna fucilarlo! || essiri dijunu di qualchi cosa, esserne privo; o se è scienza, insciente: esser digiuno di qualche cosa. || a dijunu o a la dijuna, posto avv. senza aver mangiato: a digiuno. || Prov. omu dijunu menzu disperatu, per cui nascono le rivoluzioni.
Dilaniari. v. a. Sbranare, lacerare: dilaniare.
Dilapidamentu. s. m. L’atto del dilapidare: dilapidamento.
Dilapidari. v. a. Prodigar in modo che si dissipi ogni cosa: dilapidare. P. pass. dilapidatu dilapidato.
Dilapidazioni. s. f. Il dilapidare: dilapidazione.
Dilatabbili. add. Che può dilatarsi: dilatabile.
Dilatabbilità. s. f. Qualità dell’esser dilatabile: dilatabilità.
Dilatamento. s. m. L’atto del dilatarsi: dilatamento.
Dilatari. v. a. Allargare, ampliare: dilatare. ||