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Pietro Bembo - Rime

perché ‘l mio dianzi chiaro e lieto stato
ora si volga in tenebre e ‘n martire?4

Gran giustizia era e mio sommo desire,
da me lo stral avesse incominciato,
e come al venir qui son primo stato,
ancora stato fossi al dipartire.8

Ché non arei veduto il mio gran danno:
di me stesso sparir la miglior parte;
e sarei teco fuor di questo affanno.11

Or ch’io non ho potuto inanzi andarte,
piaccia al Signor, a cui non piace inganno,
ch’io possa in breve e scarco seguitarte.14

CXLIV.

Leonico, che ‘n terra al ver sì spesso
gli occhi levavi e ‘l penser dotto e santo,
et or nel cielo il guiderdon promesso
ricevi al tuo di lui studio cotanto,4

a te non si conven doglia né pianto,
ch’omai pien d’anni e pago di te stesso
chiudi il tuo chiaro dì, ma festa e canto
del grande a la tua vita onor concesso.8

Qual da la mensa uom temperato e sazio,
ti diparti dal mondo, e torni a lui.
che t’ha per nostro ben tardo ritolto.11

Conviensi a me, che non ho più, con cui
sì securo fornir quel poco o molto,
che de la dubbia via m’avanza, spazio.14


Letteratura italiana Einaudi 93