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Pietro Bembo - Rime


Io son del mio mal vago, e del morire
sarei, se non ch’i’ temo a’ miei tormenti
apporti fine e ‘l grave incendio extingua.14

LIV.

Speme, che gli occhi nostri veli e fasci,
sfreni e sferzi le voglie e l’ardimento,
cote d’amor, di cure e di tormento
ministra, che quetar mai non ne lasci,4

perché nel fondo del mio cor rinasci,
s’io te n’ho svelta? e poi ch’io mi ripento
d’aver a te creduto e ‘l mio mal sento,
perché di tue impromesse ancor mi pasci?8

Vattene ai lieti e fortunati amanti
e lor lusinga, a lor porgi conforto,
s’han qualche dolci noie e dolci pianti.11

Meco, e ben ha di ciò Madonna il torto,
le lagrime son tali e i dolor tanti,
ch’al più misero e tristo invidia porto.14

LV.

Ben ho da maledir l’empio signore,
che d’ogni mio penser vi fece obietto,
e quante voci in procurarvi onore
m’uscir da indi in qua giamai del petto,
e i passi, sparti voi seguendo, e l’ore,5
spese a vostr’uso piú che a mio diletto,
e ‘l laccio, ond’io fui stretto,


Letteratura italiana Einaudi 33