Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/391

Da Wikisource.
[St. 59-62] libro i. canto xxi 381

         Pensa tu, cavalliero, a qual s’accosta
     Lo amoroso voler de una fanciulla.
     Io tutta al giovanetto ero disposta,
     E di quel vecchio mi curavo nulla.
     Più non se dette al fatto indugia o sosta;
     Venne il vecchiardo sopra ad una mulla,1
     E de alto carco se mostrava stanco;
     Una gran tasca avea dal lato manco.

         Il giovanetto viene con gran festa
     Sopra il destrier, che de oro era guarnito;2
     Salta su il campo et al corso s’apresta.
     Ciascun mostrava Folderico al dito,
     Dicendo: Il saggio perderà la testa,
     Chè qua non gioveralli esser scaltrito;3
     Di tanta astuzia al mondo era tenuto,
     Or per amore egli ha il senno perduto.

         Fuor della terra smontamo ad un prato,4
     Per far di nostro corso ultima prova:5
     Folderico la tasca avea da lato:
     E prima che dal segno alcun se mova,
     Fu il patto nostro ancora ricontato,6
     E la condizïon qui se rinova;
     La turba sta d’intorno alla vedetta,
     E sol la mossa al terzo suono aspetta.

         Ciascun di noi dal segno fo partito.
     Folderico davanti via passava:
     Io il comportai, per averlo schernito.
     Come lui vide che a passarlo andava,
     Un pomo d’oro lucido e polito
     Fuor della tasca subito cavava;
     Io, che invaghita fui di quel lavoro,
     Lasciai la corsa e venni al pomo d’oro.

  1. T., Ml. Mr. Vene.
  2. T. e Ml. un corsier.
  3. Ml., Mr. e P. gioverà; T. gioveralli l'.
  4. Mr. smonto.
  5. P. del.
  6. T. racontato.