Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/119

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di teocrito 109

coridone
Dicon, che a forza, e vigorìa gareggia
Con Ercole.
batto
                         Anche a une dicea mia Madre,
Ch’io di Polluce era miglior.
coridone
                                                       Partito
Se n’è con venti pecore, e una sappa.
batto
Milon faria appetir la rabbia ai lupi.
coridone
Qui le giovenche il cercan mugolando.
batto
Triste! che mal pastore hanno incontrato!
coridone
E come triste! Più non voglion pascere.
batto
A quella vitellina altro che l’osea.
Non resta. Vive forse di rugiada,
Come fa la cicala?
coridone
                              Affè talora
La meno a pascolar lungo l’Esáro,
E dolle un gran fastel di molle fieno;
Talor si svaga pel Latimno ombroso.
batto
Egli è pur magro quel torel rossetto.
Deh! ne toccasse in sorte un pari a questo
A’ Lampriadati, scellerata gente,
Quand’essi fanno il sagrifizio a Giuno.
coridone
pure a bocca di palude, a Fisoo,
a Necta, ov’è ogni ben del mondo,
Gniza, egipiro, e melitea odorosa.