Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/140

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DELL'ANTHROPOLOGIA

dano infino à quattro, et ivi fermandosi raddoppino, et multiplichino quanto gli è mistiero: dice la cagione di ciò essere per le poche ricchezze che possedono: di maniera che à chi di picciola fortuna sa contentarsi, non è bisogno molto sapere d'Arithmetica. L'Astrologia à mio giuditio saria più lodevole; se ò delle cose del cielo potesse dar perfetta notitia, ò indovinar il vero di quelle che hanno à venire; ma quando io leggo tanti sogni composti d'alcuni stolti eccentrici, d'epicicli, d'equanti, et deferenti, che gli astrologi esservi dicono, et i philosophi gli negano: quando si sforzano darci notitia d'un moto del cielo stellato, che in trentasei migliaia d'anni deve il so corso compire: et io truovo per le scritture de Christiani, colle quali s'accordano l'antiche historie, che sono ancora sette migliaia d'anni, che fu creato il mondo; ridendomi del loro errore: mi maraviglio che alcuno sia si sciocco, che s'affatichi in cosi manifeste menzogne. Quanto etiandio all'indovinare: essi dicono solo di mille ventidue stelle fisse haver conoscimento: et nondimeno manifestamente si vede esserne in cielo maggior numero, oltra i pianeti: et non è da credere se le conosciute hanno virtù, che l'altre ne siano prive. Chi adunque saprà giudicare per gl'influssi delle stelle, se la maggior parte di quella à gli huomini è ignota? Et chi potrà per isperienza intendere quale sia l'influsso del cielo stellato (percioche niuno si truova che dica esser altra ragione de giuditii, che la osservatione de gli antichi) se doppò la creatione del mondo non ha compiuto infino ad hora alcun rivolgimento. Sogni