Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/528

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IS PABADISO la parte tua che non hai viste ancor tanto superbe ma è la tua imperfezione di vista, che non arriva ancora a tanta altezza. Non ce /antin che subito rua non vi è bambino che vada tanto frettoloso col volto verso il lacte scsi svegli moit tardato dall wanza sua colla bocca verso le poppe materne quando più tardi del solito siasi svegliato come feci io per far migliori spegli ancor degl occhi chinandomi all onda che si deriva perche Vi 5 immegli come io feci per fare che gli occhi miei acquistassero virtù di divenire specchi acconci a vedere gli oggetti celesti chinandomi all’ onda che scorre dal divino fonte, perchè la vista delle anime facendosi migliore, divenga capace di sostenere la pienezza della luce di Dio: esi come di lei bevve la gronda delle palpebre mie e come behbero di quell’onda le sopracciglia degli occhi miei, ossia appena ebbero attinta quell’ acqua cosi mi parve di sua lunghezza divenuta tonda la lunghezza del fiume mi parve che si accorciasse, e lo stesso fiume mi apparve di figura rotonda. poi li fiori e le faville mi si cambiaron in maggior festa in più nobile e bella figura si eh’ io vidi ambo le Corti del Ciel manifeste l’una e l’altra milizia d’angeli ed uomini scopertamente così come genti state sotto larve così come persone prima mascherate che pare altro che prima se si sveste che togliendosi la maschera dal volto, sembrano tutt’ altra cosa da quello che compariva no la sembianza non sua in che disparve. ossia la sembianza della maschera svanendo al togliersi la maschera o larva. O spiendor de Th’o o divina luce per cui io vidi lalto trionp’ao del Regno verace per cui grazia mi fu concesso vedere 1’ alto trionfo degli angeli e dei beati del Paradiso dammi virtu a dir coni io lo vidi aiutami a descrivere coDigitized by Google