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fu la risoluzione di Firenze? Difendersi e sempre difendersi, dice D’Azeglio. Questo motto prenunzia il difendersi ad ogni costo di Venezia, martire oggi ancora. La visita di Niccolò alla tomba del Ferruccio, la sua venerazione per Savonarola, di cui serbava divotamente le ceneri, il suo processo, il suo supplizio, sono come l’accompagnamento funebre dell’epoca dello scrittore, di quell’epoca di persecuzioni e di processi, nella quale la grandezza del martirio prenunziava la grandezza delle opere.

Questo fu il medio evo creato da Massimo d’Azeglio. Raccomandato, favorito dalla ristorazione, lo studio del medio evo si volse contro di lei, e divenne uno de’ piú efficaci fattori della nostra redenzione. Noi vi cercammo non dritti storici, non pergamene, non codici, non istituzioni, non pretese di Papi e Imperatori, ma le tradizioni e la carta della nostra nazionalitá, una piú chiara coscienza di noi stessi, le testimonianze e i documenti del nostro valore e della nostra grandezza. E i nostri scrittori ne fecero un Olimpo della rivoluzione italiana, i cui Dei maggiori si chiamavano Dante e Machiavelli, e in questo olimpo incontriamo i vestigi che vi ha lasciati il pennello e la penna di Massimo d’Azeglio. Italiani, non dimenticate che è l’ingegno che ha creata l’Italia, che le ha dato una coscienza ed una fede, che l’ha tratta dal sepolcro, e le ha detto: Sorgi e cammina! Il giorno che voi potreste essere ingrati verso l’ingegno, voi perdereste il dritto di avere una patria, e l’Italia sarebbe oscurata nel vostro cuore.

Nel i844 fini la vita artistica e letteraria di Massimo d’Azeglio, e, in quel torno, di tutti gli scrittori italiani. Ciò che era maturo negli animi, dovea prorompere nei fatti. Quegli scrittori diventano cospiratori, tribuni, oratori, soldati, comincia la Anta politica. D’Azeglio abbandona Milano, e prende il suo domicilio sulla strada maestra, com’egli dice, dappertutto dov’era a prender concerti, a preparare, ad ordire, a fare.

C’era confusione nelle menti. Si tentavano moti cosí a caso, dove ira o impazienza tirava; si volea troppo e perciò non si volea nulla. I popoli forti non vogliono se non quello che possono. Quelli che vogliono assai piú che non possono, hanno