Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/144

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la metafisica e l’estetica, e si può avere questa facoltá. È una specie di seconda vista, una potenza «spontanea» dell’anima, conceduta a pochi, senza di cui il critico, qual che si sia la sua dottrina, non è che un pedante. Ne darò un esempio. Saint-Victor, e son certo che non se ne offenderá, perché è uomo d’ingegno, parmi non si possa chiamare propriamente un pensatore: egli è povero d’idee generali, né sa allargare il suo orizzonte. Victor Hugo non ha avuto la pazienza di formarsi un concetto chiaro e compiuto della critica, che per lui è stata sempre un incidente, uno studio di occasione; scriveva un dramma ed immaginava una critica ad uso di quel dramma; ma come le quistioni gli si allargano innanzi! quanta limpidezza d’intuizione! in un insetto egli intuisce l’universo; ogni sua prefazione è una nuova estetica; sembra che nella sua testa sieno rinchiusi piú mondi, che ne scintillano fuori ad uno ad uno; tanta è la sua potenza di generalizzare! quantunque tutto ciò è opera piú di una viva fantasia, che di una severa intelligenza: e te ne accorgi al calore, all’impeto irresistibile, alla luce abbagliante della sua esposizione. Saint-Victor non è Victor Hugo, Ma Saint-Victor ha quell’acuto occhio critico, che gli fa cogliere di sotto alle simiglianze superficiali il caratteristico e l’intrinseco di un lavoro. Nel suo articolo sulla Mirra egli ha afferrato mirabilmente tutto ciò che ha di proprio l’argomento e che Alfieri aveva sentito con la sicurezza del suo istinto poetico; e, messo una volta sulla buona via, ha indovinato le piú delicate gradazioni di quella stupenda concezione. Peccato, che un po’ d’enfasi dia un’aria di rettorica ad un articolo cosí serio nel fondo! — Fate i ringraziamenti, mi ha detto qualcuno, a Saint-Victor in nome degl’Italiani. — Non credo. Disconoscerei il Principal pregio del suo articolo. Saint-Victor, ed esso solo, scrivendo della Mirra, non ha domandato la fede di nascita dell’autore, né la sua fede di battesimo. Egli non ha pensato di far cosa grata ad Alfieri o agl’Italiani. Sapeva bene che Alfieri è cosí alto locato, che un critico può ben studiarlo e comprenderlo, ma non crescergli o detrargli fama. Saint-Victor ha messo mano alla penna, caldo ancora della impressione che la rap-