Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/147

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giulio janin i4i
          Plebe. Viaggiò come un baule.
       Janin. Un giorno si doleva di dover viaggiare a passo d’asino ed in compagnia di un mulattiere.
          Plebe. Brutto aristocratico!
          Janin. Voleva parlare italiano, e parlava il francese di PonteNuovo!
          Plebe. Che vergogna per un italiano!
          Janin. A trent’anni non sapeva ancora l’italiano!
          Plebe. Vedi che asino!
     Janin. Come potè costui diventare un poeta? Innamorato di una duchessa, passò una notte a vegliarla, e, seccatosi, scrisse, scrisse tanto che ebbe carta, e ne usci una Cleopatra.
          Plebe. Fu adunque poeta per un vero caso.
     Janin. Leggeva le sue tragedie agli amici, mal pativa che fossero rappresentate, disprezzava gli applausi di un uditorio plebeo.
        Plebe. Pare impossibile! Lo crediamo, perché lo dite voi. È aristocra- zia portata fino alla pazzia.
          Janin. Disprezzava il Petrarca ed il Metastasio.
          Plebe. E me lo chiamate poeta!

Le risposte della plebe sono giustissime: sono le conseguenze immediate di quei fatti, le stesse conseguenze che ne cava Giulio Janin. È una storia in maschera, fatta senza coscienza e senza serietá, senza alcuna conoscenza della nostra letteratura e de’ tempi di Alfieri, che dá a quei fatti un diverso significato.

Questa stessa maniera di considerare superficiale e secondo l’apparenza trovi nel suo giudizio sulla Mirra. Deve parlarmi di Mirra e mi parla di Fedra! Dee parlarmi di Alfieri e mi parla di Ovidio! La Mirra è una sciocchezza, «une pièce misérable», perché non è la Fedra. Alfieri ha guastato il racconto di Ovidio, perché lo ha rifatto di suo capo. Noi siamo tornati alla critica dei paralleli del decimosesto secolo, ed alla critica dei modelli. Io non conosco cosa piú misera ed assurda, che volermi dare il concetto di un lavoro col paragonarmelo ad un altro. Un lavoro può avere questa o quella somiglianza con altri, ma è innanzi tutto sé stesso. Un lavoro può proporsi il tale e tale esemplare,