Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/150

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trattava i barbari! e come avrebbero sorriso, se qualche malaugurato profeta avesse lor detto, che que’ bai bari erano i predestinati loro eredi e loro padroni!

Cessata la barbarie, rinasce la fiducia nella scienza, e se ne attendono miracoli. L’ideale è Beatrice, Fede che è scienza, e Scienza che è fede. La vita è un inferno, che la scienza di grado in grado trasforma in paradiso. E il paradiso è la monarchia universale, il regno della giustizia e della pace, dove la scienza riconosce sé stessa. Venne il Risorgimento, e la scienza credette davvero di poter restaurare la vita: la scienza si chiamava Machiavelli, Campanella, Sarpi; e la vita fu Cesare Borgia, Leone decimo e Filippo secondo. I pensieri rimasero pensieri, e i fatti rimasero fatti. Ultimo raggio di una vita gloriosa che rifletteva sé stessa nell’arte, produsse una forma limpida e bella, segnata qua e lá di tristezza e d’ironia, come sentisse di essere non altro che forma, vuota di ogni contenuto e d’ogni organismo. Quella che chiamò sua etá dell’oro, fiorente di studi, di arti, di scienze, fu la splendida etá del suo tramonto, fu il sonno di Michelangelo e tu la tristezza di Machiavelli.

Piú tardi, la scienza opera come religione, diviene un apostolato, si propaga ne’ popoli, trova il suo centro di espansione nello spirito francese, e provoca un movimento memorabile, di cui oggi ancora continuano le oscillazioni. Nasce una nuova societá, si forma una nuova vita; la scienza ha anche lei i suoi apostoli, i suoi mártiri, i suoi legislatori, il suo catechismo, e penetra dappertutto, nella religione, nella morale, nel dritto, nell’arte, ne’ sistemi politici, economici, amministrativi, s’infiltra in tutte le istituzioni sociali. Ma era scienza, e operò come scienza. Credette che rinnovare la vita fosse il medesimo che rinnovare le idee, e conoscere fosse il medesimo che potere. Applicò la sua logica alla vita, fatale e inesorabile come una conseguenza, date le premesse. Cercò le premesse ne’ suoi principii e nelle sue forinole, non nelle condizioni reali ed effettive della vita. Avvezza a trattar il mondo meccanico come cosa sua, trattò l’organismo sociale come un meccanismo, e